Il carcere si può frequentare per tanto tempo e, a un certo punto, si può pensare persino di conoscerlo. Non è così, non si capirà mai quel mondo, se non ci si è dentro.
L’immagine ci tocca, non è solo oggetto dello sguardo. Nutriamoci di immagini che ci mettono in movimento, che ci risvegliano e ci aiutano a contribuire. Immagini di pace e non di guerra.
Lasciamoci scuotere dal Vangelo: la Parola di Dio, se la ascoltiamo veramente, ci investe con tutta la sua forza rivoluzionaria, ci fa piangere, ci colpisce dentro il cuore.
Nel 1988, in una di quelle fredde mattine di gennaio, a lato dell’ingresso della panetteria notai un bambino seduto sulla soglia in pietra di un vecchio portone…