Caravaggio in Cina
Quello con Caravaggio è uno degli appuntamenti culturali dell’anno per la Cina. L’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato generale d’Italia di Shanghai hanno infatti promosso la mostra dal titolo «Caravaggio. Wonders of the Italian Baroque», allestita fino al 12 aprile al Museum of Art Pudong (MAP) di Shanghai, e organizzata dalla Galleria Borghese di Roma. Come recita lo stesso titolo dell’evento, l’esposizione abbraccia la prospettiva storica del Barocco, uno dei più ricchi e articolati capitoli della storia dell’arte italiana.
Il XVII secolo fu un periodo connotato da notevoli mutamenti storici: dalla Controriforma allo sviluppo dell’astronomia con Galileo e Copernico. Affrancarsi dal proprio piccolo mondo e alzare per la prima volta lo sguardo su un universo immenso e sconosciuto, richiese all’uomo del Seicento uno sforzo culturale notevole in grado di consentirgli di rivedere le sue certezze. Questo cambio di prospettiva, non esente da tensioni e angosce, trovò riscontro nelle arti visive, nella letteratura, nella filosofia e nella musica barocca. Così si sviluppò un nuovo stile artistico orientato a riscoprire la natura e a riconsiderare la percezione che l’uomo aveva della realtà.
Il fulcro più rappresentativo di quella tendenza fu la città di Roma che diede un grande impulso all’arte e all’architettura con opere di ineguagliabile magnificenza, e che ancora oggi costituiscono l’eredità più preziosa di quella irripetibile stagione.
Se l’obiettivo del Barocco fu quello di destare stupore e meraviglia, la mostra di Shanghai evoca quegli stessi sentimenti ricreando, anche grazie alla musica dell’epoca, un contesto suggestivo e coinvolgente; accompagnando i visitatori alla scoperta delle principali opere dei maestri della Scuola Romana, Emiliana, Napoletana, Veneto-Lombarda e Toscano-Marchigiana, riproponendone le tecniche pittoriche.
Grande ispiratore di quella stagione fu Caravaggio che, con la sua tecnica del chiaroscuro, rappresenta il vertice di questo viaggio artistico. Tanto che l’esposizione stessa si cala con le luci e gli allestimenti nelle atmosfere del maestro lombardo.
Francesco D’Arelli, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e co-curatore della mostra, conferma che «il protagonista è Caravaggio con lo stile unico della sua pittura, i cui toni drammatici suscitano sempre una vivida impressione, al punto da assistere direttamente a quanto viene rappresentato. Questo artificio della luce e dell’oscurità ha ispirato anche la nostra idea di rappresentazione scenica della mostra che, grazie al design di Aldo Cibic e Joseph Dejardin, parla una lingua contemporanea, restituendo alle forme dell’antico la forza perenne e vivente dell’immaginazione. Così il viaggio nella mostra si trasforma in un percorso di richiami e rinvii alle forme del Barocco, in un’esperienza segnata dalla luce tenue delle prime sale espositive sino all’oscurità del mondo di Caravaggio».
Nata dalla collaborazione con la Galleria Borghese di Roma, «Caravaggio. Wonders of the Italian Baroque» è la prima grande mostra del genere in Cina. Oltre ai sei capolavori di Caravaggio, tra i quali il Giovane con Canestra di Frutta e San Giovanni Battista della Galleria Borghese, sono presenti cinquantasette dipinti autografi di quarantadue artisti del Barocco, e altri capolavori provenienti dalle Gallerie degli Uffizi, dalla Galleria d’Arte Antica Barberini-Corsini, dal Banco Popolare di Vicenza-Intesa San Paolo e da una Collezione privata, che offrono al pubblico cinese un suggestivo panorama dell’arte italiana tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo.