02 Febbraio 2017

Denatalità, frutto amaro o possibile occasione

Il dottor Edoardo Vian, psicoterapeuta, coordinatore dell’équipe «Oasi famiglia» dei Santuari Antoniani di Camposampiero, interviene sulla scottante questione della denatalità.
bambini corrono nella neve con la mamma

© ArtMarie/Gettyimages

Siamo italiani nel bene e nel male, nel creare noi stessi gli ostacoli che ci ostruiscono la strada, ma anche nella capacità di rialzarci quando ormai tutto sembra perduto, riscoprendoci dei Rocky Balboa che le prendono di santa ragione, incassano e quando ormai tutto sembra perduto riescono a trovare un motivo per rialzarsi e reagire, una Adriana per cui combattere.

Nel 2015 si sono contate 486mila nuove nascite, il record negativo dall’Unità d’Italia. Oggi in Italia vi sono circa 3,3 milioni di bambini, circa due milioni in meno del 1971. Da contraltare abbiamo 12 milioni di ultra sessantacinquenni, il doppio rispetto a quarant’anni fa. Senza contare l’emorragia di giovani dal nostro Paese verso l’estero in cerca di un lavoro (il 40 per cento di disoccupazione tra i giovani), e di un futuro.La situazione è preoccupante ed esclusa un po’ di pubblicità pro nascite, condita da strascichi di polemiche, nulla di nuovo sembra apparire all’orizzonte.

Molti si appellano alla bomba a orologeria dal punto di vista previdenziale: come faranno pochi giovani al lavoro a sostenere le pensioni di un oceano di anziani? La preoccupazione è corretta ma questa riflessione non basta per indurre un cambiamento.

È necessaria una rivoluzione politica e culturale che riporti al centro la famiglia con figli: la famiglia deve essere il paradigma che orienta qualsiasi azione politica.

C’è da pensare a un nuovo assetto economico che possa avvantaggiare le famiglie con i figli, trovare soluzioni affinché i genitori possano conciliare il lavoro con le responsabilità educative, una politica per la casa o dell’urbanizzazione della città a vantaggio delle famiglie, una città a misura di bambino, un commercio in cui le famiglie siano al centro, e così si potrebbe proseguire per quanto riguarda il costo del lavoro o le politiche fiscali o molto altro.

Non è un’utopia; è ciò che la provincia di Trento da anni porta avanti a costo quasi zero e con vantaggi per tutti. Le vallate sono diventate Distretti Famiglia dove l’impianto di risalita, la pizzeria, il Comune, l’azienda privata, la parrocchia e molto altro, grazie a un coordinamento di zona, propongono piccoli o grandi agevolazioni alle famiglie: lo skilift gratis per i bambini, il fasciatoio in bagno o la pizza gratis dal secondogenito in poi, orari flessibili di entrata e uscita in azienda per chi ha figli in età scolastica, possibilità di accumulare le ferie negli anni da single per usufruirne quando si avranno figli, trasporti pubblici gratuiti per bambini accompagnati dai genitori, ecc.

Molto si può fare e non è vincente la politica di «più asili nido», anzi servono a poco rispetto alla denatalità. La Germania è il Paese con più servizi per l’infanzia, quello anche economicamente meno colpito dalla crisi economica, eppure è anche attualmente il Paese con minor natalità al mondo. Anche qui in Italia abbiamo l’esempio dell’Emilia Romagna che già dagli anni Settanta aveva messo in moto la politica dei servizi per l’infanzia e il numero di asili nidi della regione è maggiore rispetto alla media europea, eppure è una delle regioni con minor natalità. Certamente gli asili nido sono necessari, ma pensare che le persone faranno più figli perché sanno dove collocarli durante il giorno è come pensare di rilanciare l’economia perché si decreta che le dispense devono avere più cubatura. Questa politica ha trasmesso l’idea che il figlio è un ostacolo alla propria vita e al proprio lavoro e la soluzione è darti un posto dove parcheggiarlo; ebbene, le persone hanno recepito l’implicito e hanno trovato una soluzione ancora più semplice, non fare figli (sennò poi lo devo far crescere da altri).

La nostra «Adriana», la motivazione per cui rialzarci, è ricordarci che il figlio è un bene di tutti, è una promessa che si realizza mentre si annuncia, è un’occasione per crescere come uomini e donne e come società, che la famiglia con figli è un bene sociale, un capitale da custodire e da promuovere e per questo non può che essere il centro di qualsiasi decisone. Anche come cristiani un figlio è sempre in qualsiasi momento, in qualsiasi situazione, una benedizione, è Dio Padre che ancora dice bene dell’umanità, è un segno che non si è ancora stancato degli uomini.

Come cittadini italiani e come popolo di credenti rialziamoci dal tappeto del ring e cominciamo a invertire la tendenza, prima che sia troppo tardi.

(Edoardo Vian)

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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