Donne e alberi

È dedicata alle donne che salgono sugli alberi e guardano lontano la mostra fotografica «Io non scendo» al Magazzino delle idee di Trieste fino al 25 agosto.
| Luisa Santinello Redattrice

Settecentotrentotto giorni su un albero: è il periodo (dal 10 dicembre 1997 al 18 dicembre 1999) che Julia Butterfly Hill ha trascorso aggrappata ai rami di Luna, una sequoia alta più di sessanta metri e nata mille anni fa nella contea di Humboldt, nel nord della California. Obiettivo di questa singolare impresa: protestare contro il disboscamento incontrollato che la Pacific Lumber Company conduceva da anni, causa principale della grossa frana che il 31 dicembre 1996 investì la cittadina di Stafford. Questa donna amica della natura è solo una delle protagoniste raccontate fino al 25 agosto al Magazzino delle idee di Trieste nell'ambito della mostra fotografica «Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano»

Promossa e organizzata da ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, l'esposizione è curata da Laura Leonelli, giornalista e scrittrice, collaboratrice del supplemento culturale de Il Sole 24 Ore (e di Arte e AD), nonché autrice del libro Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano (Postcart), che ha dato nome e origine alla mostra triestina. Al centro dell'esposizione oltre 250 foto anonime e vintage, perlopiù tratte da album di famiglia, scattate dal 1870 al 1970 che ritraggono donne in cima agli alberi, provenienti da tutto il mondo, dall'Europa fino agli Stati Uniti, giovani e meno giovani. A completare la rassegna quindici storie di donne famose - su tutte Louisa May Alcott, Simone de Beauvoir, Pippi Calzelunghe, Angela Carter, Bianca di Beaco, Tiziana Weiss e Riccarda de Eccher - che, dalla letteratura al cinema, hanno intessuto con il mondo vegetale uno stretto legame di rispetto e amicizia. In questo contesto l'arrampicarsi sugli alberi diventa per le nostre eroine un metodo per affermare se stesse, per svincolarsi dagli stereotipi della società e per osservare il mondo da una nuova prospettiva. «Le donne salgono sugli alberi quando disubbidiscono - scrive Laura Leonelli all’inizio del suo volume -. E ogni donna che disubbidisce è figlia della prima, più celebrata e dannata delle disubbidienti: Eva. Ascoltando la voce delle nuove Eva, dal dodicesimo secolo a oggi, questo libro riporta gli slanci, le delusioni, le battaglie, le ascese di alcune di loro, mistiche, scrittrici, filosofe, fotografe, ecologiste, imprenditrici, alpiniste, che hanno disubbidito e sono salite sull’albero della consapevolezza e della propria realizzazione».

Accompagnata dal canto degli uccelli e immersa in un'ambientazione che richiama un bosco, la mostra «Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano» guida il visitatore alla matrice letteraria che ha lanciato la moda del farsi fotografare arrampicate su un albero. A sdoganare questa pratica fu nel 1868 Jo March, una delle quattro sorelle protagoniste del romanzo Piccole donne, nonchè alter ego dell'autrice Louisa May Alcott. A Jo che amava leggere sul melo di fronte a casa, faranno seguito nel 1945 Pippi Calzelunghe, spericolata eroina nata dalla penna di Astrid Lindgren e, nel 1954, Sabrina, la figlia dell'autista che spia da un albero il suo amore nell'omonimo lungometraggio di Billy Wilder. Tra personaggi letterari e cinematografici, al Magazzino delle idee c'è posto anche per tre scalatrici triestine e friulane che proprio sugli alberi hanno mosso i primi passi: Bianca di Beaco, Riccarda de Eccher e Tiziana Weiss. Quasi un battesimo nella natura, il luogo da cui partire e a cui tornare.
 

Foto: Laura Leonelli davanti alla riproduzione di una foto anonima (USA, anni '50) in mostra al Magazzino delle idee di Trieste.

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Data di aggiornamento: 20 Giugno 2024