Emergenza lettone
L’emergenza lettone continua a dominare nelle famiglie italiane. In prima elementare almeno un bambino su due passa la notte nel talamo coniugale dei genitori, da subito o raggiungendoli durante la notte, oppure dal mattino presto. Sembra una cosa normale. Cosa c’è di così sbagliato a tenersi i pargoli addosso pure di notte? Anche se sono grandi e hanno già compiuto 3 anni? Addirittura a 7-8-9 anni, e a volte addirittura 12-13 anni?
Le motivazioni sono centinaia. Si va dalla mamma manager, che vuole passare la notte con il suo cucciolo di 8 anni per recuperare il tempo perso, al genitore separato, che sostituisce il coniuge con il figlio nel lettone. A volte sono motivazioni più blande, tipo il sonno pesante, gli incubi notturni dei bambini, la gelosia dei nuovi nati, il figlio preferito al marito che russa. Finisce comunque che i figli vengono coinvolti in un eccesso di promiscuità difficile da reggere sul piano emotivo. Confonde i piccoli e crea complicazioni a non finire.
In studio, quando i genitori mi raccontano di avere un problema con il loro bambino, nel 99 per cento dei casi il figlio è stato nel lettone troppo tempo. Sarà un dato empirico, ma combacia con quello che ci insegna la psicoanalisi. A partire dai 3 anni i figli vogliono «fidanzarsi» con i genitori e, per far questo, la strada più rapida è finire nella loro alcova, cercando di conquistarsi uno spazio dentro la promiscuità sessuale dei genitori. Ha senso?
Meglio che i bambini stiano al loro posto, vivendo questa necessaria frustrazione come momento di crescita che permette di spostare i loro legittimi desideri sessuali alla fine dell’infanzia, evitando di proiettarli sui genitori stessi. Con la frase magica «sei grande!» i genitori riportano il giusto confine tra la vita degli adulti e quella dei figli. Tenere i bambini grandi, a partire dai 3 anni, fuori dal lettone dei genitori è proprio il contrario della mancanza di affetto: la consapevolezza che crescere bene i figli necessita di scelte adeguate età per età, e queste spettano ai genitori.