Avete mai fatto caso a come date la mano per salutare qualcuno? No, non c’è un solo modo per dare la mano… Ad esempio, sapete che se porgete la mano con il palmo verso il basso state esprimendo un segno di predominio? E che se invece con l’altra mano toccate anche un’altra parte del corpo della persona state mitigando la formalità del gesto? Che dire poi di chi accavalla le gambe in senso contrario a un interlocutore (segnale che indica una barriera), di chi incrocia le braccia (tipico segnale di chiusura) o di chi lo fa con braccia sollevate e mani sui gomiti (segnale di autoconforto)?
In che modo l’educazione ricevuta durante l’infanzia influenza il nostro vivere da adulti?È la domanda di fondo da cui prendono avvio queste pagine firmate da Daniele Novara, pedagogista di lungo corso. Perché, che ne siamo consapevoli o meno, ciascuno di noi è cresciuto (e, se siamo genitori, a nostra volta lo abbiamo utilizzato) seguendo un copione educativo pensato per noi dai nostri genitori.
Secondo una recente indagine condotta da Eurispes, quasi quattro donne su dieci lamentano un rapporto negativo col proprio corpo. Cause, effetti e prospettive di una questione che riguarda tutta la società…
Il prete milanese, teologo morale e bioeticista, esplora il terreno della libertà e dell’identità della persona, alla ricerca dei motivi che oggi portano a un sensibile calo della generazione di figli. L’indagine parte dalla situazione demografica italiana, analizzando il tema da un punto di vista psicologico, etico-filosofico e biblico, e rilevando alcune criticità odierne, soprattutto l’incapacità di scegliere per diventare soggetti autonomi e di impegnare la propria libertà con l’altro.
Come sottolinea padre Guidalberto Bormolini nel suo bel volume L’arte della meditazione (Ponte alle Grazie, 2022, € 16,80), parlare di meditazione è sempre difficile, perché si tratta di un’esperienza molto intima. Ma, sostiene ancora il monaco – e noi concordiamo pienamente –, parlarne oggi lo è ancora di più, perché meditare è divenuto un fenomeno «di moda» di cui si fa un gran discutere spesso anche a sproposito o in modo superficiale.
«Non era vero niente di quello che ci lasciavano intendere gli adulti». Questo grido di protesta è raccolto da Charmet, psicoterapeuta e psicologo italiano, autore di vari saggi sull’adolescenza. È la contestazione di un adolescente di fronte alla pandemia: si è parlato tanto di regole e limitazioni, ma non si è affrontato il tema cruciale della morte, di fronte al quale ci si è trovati impreparati.