Fra Giuliano Abram ha incontrato «sorella morte»
Esequie di fra Giuliano
Martedì 12 gennaio, all’Ospedale sant’Antonio di Padova «sorella morte» ha chiamato fra Giuliano Abram, sacerdote di 78 anni, della nostra Comunità religiosa del Convento del Santo a Padova. Uno fra le molte vittime del covid che ha colpito anche tante altre famiglie in questo anno terribile. I funerali del nostro caro confratello si sono svolti lunedì 18 gennaio in Basilica del Santo con la presenza, pur fra le dovute restrizioni, di tanti sacerdoti e frati e molti amici e fedeli che l’hanno conosciuto.
Sentimenti sofferti
Confesso di avere atteso qualche giorno nel tentare di scrivere qualche pensiero su fra Giuliano. Anche i frati, ebbene sì, piangono la morte dei loro confratelli, sono tristi per la loro dipartita, hanno bisogno di conforto e consolazione. Non è facile né immediato neanche per noi trovare subito parole di senso e di fede, esprimere dei sentimenti, specie se sofferti e dolorosi. Di certo, in questo periodo ci ha molto aiutato il sentirci uniti al Signore e fra noi, nella preghiera e nella comunione fraterna, insieme al grato ricordo degli esempi di bontà consegnatici da fra Giuliano.
La vocazione
Difficile riassumere in poche righe anche la sua ricca vicenda umana, religiosa e vocazionale. Rimando per i dati biografici al sito della Provincia. Mi piace qui evidenziare qualche suo passaggio di vita. Come, per esempio, fra Giuliano abbia sentito il richiamo alla vita consacrata fin da bambino (fatto che spesso avviene per molti giovani anche oggi e… poi viene dimenticato o accantonato!) e sia così partito dal natio trentino, a 11 anni, per entrare nel nostro seminario minore di Camposampiero (PD). Una vocazione e una scelta che maturerà via via negli anni di studio e formazione e custodirà con fedeltà e passione per tutta la sua esistenza di frate e sacerdote.
Al servizio dei poveri
Uomo di grande intelligenza, cultura e poliedriche competenze, sapeva presentarsi sempre con fare sereno, mite e accogliente, mettendo chiunque subito a proprio agio. Nella sua vita aveva svolto vari incarichi e mansioni, grazie alla versatilità e alle innumerevoli doti che lo caratterizzavano. Non posso non ricordare al riguardo gli anni in cui si dedicò, presso il Villaggio sant’Antonio, all’educazione umana, spirituale e professionale di tanti ragazzi orfani o provenienti da famiglie disagiate, contribuendo a formarli come tecnici grafici altamente preparati e ricercati, ma soprattutto come giovani retti, buoni e onesti, capaci di guardare al futuro con speranza e fiducia.
Al servizio delle missioni
L'amore evangelico per i poveri e gli ultimi lo portò in seguito ad appassionarsi alla missione contribuendo non poco, pur restando in Italia, nel sostenere e aiutare le nuove aperture missionarie che i frati stavano attivando: prima in Ghana, con il forte impegno nella lotta alla lebbra promossa in loco dal fratello missionario fra Giorgio Abram, e poi in Cile e in altre parti del mondo.
Testimone di bellezza evangelica
Profondo conoscitore della Basilica del Santo, fra Giuliano si occupò inoltre a lungo e con grande competenza anche del restauro e della conservazione del patrimonio artistico del complesso Antoniano. Intuendo come la bellezza e l’arte potessero diventare itinerari privilegiati di annuncio evangelico, fu proprio padre Abram a ideare le visite guidate alle cupole della Basilica, accompagnando devoti, giornalisti e visitatori. «Tramonto dalle cupole» le aveva chiamate, con un’eco vastissima nei media.
Aneddoti commoventi
Sono belli e commoventi alcuni aneddoti che lo riguardano. Racconta fra Salvatore, suo compagno di studi e di vita già da Camposampiero, come fin da ragazzo fra Giuliano avesse preso un impegno interiore di rispondere e accogliere chiunque, buono o cattivo, educato o arrogante che fosse, sempre e comunque con gentilezza, bontà e rispetto. Un impegno a cui è rimasto fedele per tutta la sua vita! Infine, a coronamento dei suoi tanti doni e delle molte virtù, amo rivederlo, con fare semplice eppure nobile, lavare le stoviglie usate dai frati per la colazione, provvedere puntigliosamente alla pulizia della saletta del caffè, essere attento affinché ogni cosa fosse in ordine e accogliente per i frati ed eventuali ospiti, il tutto corredato dal suo solito dolce e mite buon sorriso.
Grazie per fra Giuliano
Con il cuore commosso per questi ricordi, ritorno col pensiero all’antifona dell’antica liturgia funebre che insieme noi frati abbiamo cantato il giorno delle esequie, «In paradisum deducant te angeli» («In paradiso ti conducano gli angeli»), quasi immaginando un volteggiare di fra Giuliano dall’alto delle cupole del Santo che tanto ha amato. Grazie Signore Gesù per fra Giuliano e quanto ci ha donato!
A te sempre la nostra lode!
fra Alberto - fraalberto@vocazionefrancescana.org