«Il mio amore per la vita»
Maria Antonietta dorme tranquilla dopo l’ennesima poppata. È nata lo scorso 16 ottobre. Mamma Serena e papà Alfredo, felici, la contemplano con tutto il loro amore. Lei è quel dono più volte invocato e, alla fine, ottenuto, dopo una lunga strada in salita. Serena è diventata mamma a 41 anni. Ha una laurea in psicologia all’Università «La Sapienza» di Roma, con una specializzazione in psicoterapia cognitiva-interpersonale ottenuta alla S.C.INT., scuola diretta dal professor Tonino Cantelmi. Alfredo, invece, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche all’Università Cattolica di Roma. Sono entrambi originari di Pescina (L’Aquila), paese situato all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo.
Lì sono cresciuti, hanno percorso la loro prima formazione, per poi completare gli studi nella capitale. «Ci conoscevamo da tempo, ma un comune interesse ci ha fatti avvicinare in modo più profondo – racconta Serena –. Poco prima della mia laurea in Psicologia, decisi infatti di entrare nel Comitato locale della Croce Rossa Italiana. Sentivo il desiderio di fare qualcosa per gli altri. Alfredo era inserito in questa realtà già da alcuni anni. Abbiamo iniziato a frequentarci, a condividere servizi di assistenza sanitaria, trasporto dializzati o pazienti per visite specialistiche nei diversi ospedali».
Tra questi figurano anche parecchi «viaggi della speranza» in strutture specializzate del Nord, come l’ospedale San Raffaele e l’Istituto europeo di Oncologia, entrambi di Milano, l’Istituto Gaslini di Genova e altri centri sanitari d’eccellenza. Tante storie, tante vite accompagnate ogni giorno nel doloroso percorso della sofferenza. Gente che piange, soffre, spera. «In quei momenti si riceve molto di più di quello che si dona», confida Serena mentre accarezza teneramente Maria Antonietta.
In Croce Rossa ha prestato servizio (Servizio emergenza psicosociale) anche in qualità di psicologa a sostegno dei familiari di vittime di disastri e calamità naturali, come i terremoti. «A volte si può stare accanto a chi soffre con poche e semplici parole, quasi sussurrate – aggiunge Serena –. Ma anche il silenzio, che tutto assume e tutto esprime, riesce a parlare. È sufficiente la presenza, far sentire alle persone che non sono sole. Perché, in realtà, non si è mai soli».
In aiuto alle donne maltrattate
Al centro di tutto c’è sempre la vita. La vita provata da sofferenze improvvise e inaspettate. Come quella delle donne vittime di violenza, alle quali Serena ha deciso di dedicare parte del suo tempo e della sua attività professionale. Uno sguardo rivolto al prossimo, ai più deboli e indifesi. Per questo ha fondato, insieme con altri specialisti e volontari e in collaborazione con le forze dell’ordine, il Centro antiviolenza per le donne maltrattate della Croce Rossa di Avezzano, un servizio che copre tutta l’area marsicana.
Un lavoro costante sul territorio, con oltre trenta comuni collegati. Donne sottratte alla spirale della violenza, sostenute e messe in sicurezza: «Per uscire dal silenzio della paura», come recita lo slogan del Centro. «Queste donne scappano da mariti violenti – spiega –, portando con sé i propri bambini. Null’altro. Noi assicuriamo loro un primo soccorso e un rifugio, oltre all’assistenza psicologica e legale».
Amore per la vita, dicevamo, sempre. Anche quando di motivi che potrebbero portare al pessimismo ce ne sono parecchi. Serena l’ha sperimentato personalmente. E per l’ennesima volta ha scelto di lottare: in questo caso, però, per se stessa. Cinque anni fa si accorge, infatti, di avere una lesione al seno. Passa qualche giorno e decide di effettuare alcuni accertamenti. Inizialmente la diagnosi parla di «iperemia del seno sinistro». Passati alcuni mesi, Serena, confortata dall’amica Caterina e dalla zia Patrizia, ripete gli esami nel reparto di senologia, diretto dal professor Stefano Magno, al Policlinico Gemelli. L’esito è impietoso: cancro al seno.
Dopo lo smarrimento iniziale, comincia la sfida. Una battaglia che non concede tregua. Serena lotta con tutte le forze, si affida agli specialisti, si fa aiutare. Alfredo è una presenza costante: la segue e la incoraggia. Lei mette in gioco l’esperienza acquisita in questi anni, a fianco delle donne. Perché non bisogna mai abbattersi, occorre aver fiducia.
Le viene in aiuto la fede. Quella che l’ha accompagnata fin da bambina: «Ho pregato Maria, Madre di Dio e madre di tutti noi. Le ho chiesto prima di tutto la serenità dell’animo e poi, se possibile, la guarigione». Allo stesso tempo ha invocato un santo molto caro alla sua famiglia: sant’Antonio. La mamma, Antonietta, ne porta il nome. Giorni lunghi, fatti di apprensione e sofferenza. Ma anche di speranza. Dopo l’operazione e le dolorose e lunghe terapie, la guarigione.
Oggi Serena è una donna e una mamma felice. Perché la vita riconquistata dà la forza di guardare avanti, a una nuova esistenza. Che ha bussato alla loro porta lo scorso ottobre con la venuta al mondo della loro bambina, Maria Antonietta. Il Natale, appena trascorso, è stato un momento di grande gioia per tutta la famiglia. Al centro lei, Maria Antonietta, che con Gesù Bambino è stata nuova luce che ha illuminato l’esistenza e dato speranza al futuro. Perché nei giorni a venire gli occhi di questa bambina testimonieranno che nessuna vita è impossibile. Grazie anche al coraggio di mamma Serena: il suo impegno nel sociale, la sua storia in salita, e il lieto fine. Sempre all’insegna di un grande amore per la vita.