26 Giugno 2020

Il «miracolo» della famiglia

Da molti Antonio è indicato come il santo protettore delle famiglie. Perché in loro favore tante volte è intervenuto.
Sant’Antonio e il miracolo del neonato che attesta l’innocenza della madre. Girolamo Tessari, detto Dal Santo, sec. XVI, Santuario del Noce, Camposampiero (PD)
Girolamo Tessari detto «dal Santo», Sant’Antonio e il miracolo del neonato che attesta l’innocenza della madre, sec. XVI, Santuario del Noce, Camposampiero (PD).
© Giorgio Deganello / Archivio MSA

«Carissimi Edoardo e Chiara, sono una nuova abbonata al “Messaggero di sant’Antonio”. Ho deciso di abbonarmi dopo una visita insieme con mio marito, circa sei mesi fa, alla tomba del Santo. In quella occasione ho preso una rivista e, dopo averla letta, ho deciso di fare l’abbonamento. Vi scrivo per dire grazie a voi delle parole sempre così concrete e mai banali che sapete dare sulla coppia, e a tutti quelli che lavorano per il “Messaggero”. Inoltre vorrei anche ringraziare pubblicamente sant’Antonio che mi ha fatto incontrare mio marito proprio in una chiesa a lui dedicata di una cittadina vicina a dove abitavo. Con affetto».

Giulia e Lorenzo

 

Cari Giulia e Lorenzo, abbiamo tenuto per un po’ la vostra lettera da parte per rispondervi, coerentemente, a giugno, il mese della nascita al cielo del nostro comune amico Antonio.
Volevamo raccontarvi che noi due (Edoardo e Chiara) in realtà siamo amici del Santo solo da pochi anni, prima bazzicavamo di più il suo amico Francesco. Decisivi nel creare amicizia con sant’Antonio sono stati gli anni vissuti ai Santuari Antoniani di Camposampiero (Padova), dove sant’Antonio ha trascorso le sue ultime settimane di vita e dove si trova la cella nella quale tradizione vuole che il Santo abbia ricevuto la visita del Bambino Gesù. L’amicizia con i frati a lui devoti e con le clarisse, la partecipazione alla preghiera della Tredicina e alla festa del 13 giugno ci hanno fatto immergere nella vita di questo giovane vissuto 800 anni fa. Allora, un po’ stimolati da voi e un po’ per ringraziamento a sant’Antonio, vorremmo scrivere qualcosa anche su di lui e la famiglia. Prenderemo come spunto tre affreschi presenti nel Santuario del Noce (la bellissima chiesetta sorta dove c’era l’albero, si dice fosse appunto un noce, sul quale lui si andava a riposare nel periodo camposampierese), a Camposampiero, che rappresentano alcuni dei suoi miracoli.

Un primo miracolo rappresentato riguarda un fatto particolare. Un marito aveva accusato pubblicamente la propria moglie di aver messo alla luce un figlio di cui lui non era il padre. Qui sant’Antonio riesce a dipanare la disputa familiare chiedendo al neonato stesso di indicare chi fosse suo padre e il piccolo indica proprio quell’uomo che dubitava di esserlo. In questo episodio il Santo aiuta a fare verità dove vi era una distorsione della stessa. Evidentemente quest’uomo aveva fatto delle valutazioni errate, forse era troppo insicuro di sé, forse gli pareva che il figlio non gli somigliasse molto, o chissà cos’altro, ma sta di fatto che aveva compiuto il comune errore di credere che le proprie percezioni fossero la realtà, addirittura la verità. Quante volte crediamo che magari nostra moglie o nostro marito non ci ami, che i nostri figli ci detestino, che gli altri ci stiano ingannando, ma quante volte queste nostre impressioni non sono così vere?! Spesso le coppie in terapia si accusano reciprocamente che all’altro non interessa niente del proprio bene, senza vedere che forse anche il partner è altrettanto in difficoltà. Non possiamo non partire dalla percezione che abbiamo del mondo, ma non dobbiamo confonderla con la verità: anche se sinceramente crediamo in una cosa (come l’uomo con il figlio) questo non significa che essa sia vera (come poi ha dimostrato il Santo).

Un secondo affresco rappresenta sant’Antonio che riattacca un piede a un giovane: questi, dopo aver confessato al Santo stesso di aver dato un calcio alla propria madre, si era da lui sentito dire che sarebbe stato meglio tagliarlo via quel piede che aveva così tanto peccato. Il giovane aveva preso alla lettera quelle parole e, tornato a casa, si era amputato il piede, anche se, ovviamente, il Santo non intendeva dire letteralmente quello. Sarà proprio la madre, precedentemente presa a calci, a chiamare Antonio affinché risolva gli effetti dell’eccesso di zelo del giovane. Nella situazione descritta dal dipinto, avviene quindi, rispetto al precedente, un altro tipo di riconciliazione familiare: un giovane focoso che vive con eccesso le proprie emozioni e una madre umiliata che lo salverà chiamando il nostro Taumatrgo. Con il miracolo del piede riattaccato, sant’Antonio ci sta forse indicando che nelle conflittualità familiari la questione centrale non è la punizione, di sé o dell’altro, ma la misericordia; non è quella di coltivare le proprie offese, ma il riconciliarsi con l’altro e ricominciare, con amore, un’altra volta. Amare è rigenerare infinite volte la nostra relazione ferita. Così fa il Padre con noi quando ci confessiamo, ci chiede di tagliare con le parti di noi che ci inducono al male e ci annuncia che da figli perdonati possiamo di nuovo rivestirci dell’abito glorioso dell’amore.

Ultimo miracolo che «estraiamo» dal Santuario del Noce è quello in cui il Santo predica ai pesci, a Rimini, dato che gli abitanti di quella cittadina non volevano ascoltare l’annuncio che egli stava portando. Quante volte anche noi non ci sentiamo ascoltati nella coppia, o dai figli o dai genitori? E quante volte, invece, sono proprio io il primo a non dare attenzione all’altro e non perché non mi interessa ciò che mi dice ma perché sono distratto, affaccendato in altro? Il Santo, predicatore formidabile, non manda una maledizione a coloro che non lo ascoltano, ma cambia semplicemente destinatari e, così facendo, dato che i pesci si radunano a galla per sentire le sue parole, conquista anche l’attenzione degli abitanti di Rimini. Se Chiara (o più spesso Edoardo) non mi ascolta perché troppo presa da altro, non serve a nulla, se non a peggiorare la situazione, che io me la prenda. Meglio se mi rivolgo ad altro, magari «all’insù», nell’attesa di poter trovare un altro momento o un modo per farmi sentire. La pazienza è un’altra sfumatura dell’amore: l’altro non è sempre disponibile, non è sempre e solo per me.

Sant’Antonio grazie di esserci stato, della tua testimonianza e del tuo amore alla famiglia. Continua a essere intercessore della misericordia del Padre per tutte le famiglie, soprattutto quelle che vivono fatiche e divisioni al loro interno.

Edoardo e Chiara Vian

 

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Edoardo e Chiara,
Messaggero di sant’Antonio,
via Orto Botanico 11,
35123 Padova
.

 

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Data di aggiornamento: 26 Giugno 2020

2 comments

2 Marzo 2021
Ma davvero dopo quasi un decennio di studi sul ciclo ad affresco al Noce di Camposampiero non si riesce a togliere la paternità al Tessari e attribuirla piuttosto a un pittore della cerchia dei frescanti attivi a Padova a metà Cinquecento, come già indicato in studi approfonditi licenziati da docenti dell'ateneo patavino? Sarebbe bene documentarsi a volte, piuttosto che perorare cause che non hanno più alcun avvocato valido a sostenerle. Dai, su...
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di Luca

10 Novembre 2021
Caro Santo Tu sai di quanto ci sia bisogno del Miracolo della famiglia, nella mia. Caro Santo grazie.
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di Manuela

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