Frati e giovani al Cammino di sant’Antonio 2019
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza».
Con tali parole inizia la recente esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, di Papa Francesco. Un’esortazione rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio ai quali il Papa rinnova l’annuncio di un Padre che ci ama, vivo oggi, contemporaneo.
Sarà proprio questo bellissimo documento a fare da sfondo e guidare l’edizione del Cammino di sant’Antonio 2019, il pellegrinaggio nella notte fra sabato 25 e domenica 26 maggio che i frati della basilica propongono anche quest’anno a tanti giovani e devoti sulle orme di Antonio: un giovane santo che fece dell’amore di Dio il cuore del suo annuncio e della sua testimonianza di vita.
Il tracciato, come sempre, si snoda per circa 25 Km dai Santuari Antoniani di Camposampiero (Pd) per giungere in Padova toccando prima il Santuario dell’Arcella, sorto sul luogo dove il Santo andò incontro a sorella morte, per poi concludersi alla Basilica che fa da scrigno prezioso alla sua tomba. Tantissimi pellegrini sono attesi (lo sorso anno erano circa 1.500) da varie parti d’Italia e dall’estero: la devozione al Santo è davvero universale! (Programma e iscrizioni al sito ufficiale Ilcamminodisantantonio.org)
La partenza sarà introdotta da una veglia e da un momento di preghiera. Qui ascolteremo la forte testimonianza di Grégoire Ahonghonon (detto il Basaglia africano) un filantropo beninese fondatore dell'associazione Saint Camille de Lellis che, anche con il sostegno dei frati della Basilica, opera e si prende cura, nei suoi centri in tutta l’Africa, di migliaia di malati di mente.
Un impegno che nasce in un contesto sociale in cui questi malati psichici sono i “dimenticati tra i dimenticati”: per cultura, infatti, la malattia si riconduce agli spiriti maligni. Di qui la pratica di incatenare queste persone in zone isolate o di lasciarle in famigerati “campi” dove, per essere “guarite”, subiscono ogni sorta di mortificazione del corpo.
È il 1982 quando Grégoire inizia quest’opera, reduce da un pellegrinaggio a Gerusalemme, dopo un periodo estremamente buio e difficile della sua vita: un viaggio dal quale tornerà completamente trasformato, consapevole che, nella sua vita cristiana, doveva essere un testimone, un uomo dalla fede autentica e vera. Nella città santa aveva ricevuto «occhi nuovi», il dono di uno sguardo diverso sulla propria realtà e sugli uomini, dei quali non poteva più disinteressarsi.
L’esperienza di Grégoire troverà eco lungo il cammino anche nella vita e nei gesti di S. Antonio. Alcune soste meditative e di preghiera, ne riproporranno l’appassionata testimonianza evangelica, il suo spendersi a favore dei poveri e degli ultimi, il medesimo prodigarsi per tante persone oppresse del suo tempo.
Anche per ciascuno dei pellegrini nella notte, risuonerà l’invito ad avere «occhi nuovi», a diventare strumenti del Signore «per irradiare luce e speranza», per «collaborare alla trasformazione del mondo» (papa Francesco in Christus vivit) con la stessa energia, la medesima audacia e creatività che caratterizzarono il Santo, la medesima fede e forza che stanno sostenendo Grégoire nella sua difficile opera.
Soprattutto ai giovani saranno rilanciate le parole ardenti e provocatorie che il Papa scrive nella sua esortazione: «La vostra vita, non è un “nel frattempo”. Voi siete l’adesso di Dio che vi vuole fecondi». «Camminate con fiducia verso la grande meta: la santità».
Al Signore Gesù sempre la nostra lode
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)