Il primo Natale
Una volta stavo osservando un quadro. Aveva un titolo ben in evidenza, Giuseppe e Maria cercano un alloggio a Betlemme, un titolo perciò inequivocabile. Il problema è che non mi riusciva proprio di scorgere dove mai fossero i due santi personaggi. Il pittore, nello stile di Pieter Bruegel il Vecchio per intenderci, aveva riempito tutto lo spazio che la tela gli consentiva: donne, uomini, ragazzi, chi correva, chi cucinava e chi mangiava, chi chiacchierava, chi, persino!, faceva furtivamente pipì dietro a un albero. C’erano persone alle finestre, bancarelle variopinte dove si vendeva e si comprava di tutto. Strade affollatissime, che serpeggiavano tra case, osterie e chiese, brulicavano di indaffaratissime persone di ogni tipo, vestiti con abiti di ogni foggia e colore immaginabile! Si scorgevano soldati armati, impettiti sacerdoti, matrone accompagnate dalla servitù e scatenati monelli con mille bricconerie da portare a termine prima di merenda. Se ti concentravi appena un po’, potevi sentirne le voci, i rumori assordanti, gli odori. E persino la temperatura gelida, visto che la scena era ambientata, nella miglior tradizione natalizia, in inverno, con tanto di turbini di vento e cumuli di neve. Sembrava che qualcuno avesse provato a immortalare in un fotogramma, in un unico scatto a propria disposizione, l’intera umanità: quella che già c’è, e quella che verrà poi. Nessuno escluso.
Insomma, non proprio il presepe che ti aspetteresti. Ma di Giuseppe appoggiato al bastone da viaggio e Maria, col pancione e a cavalcioni dell’asinello, neppure una traccia. Pareva che fossero confusi e scomparsi nella folla. Che fossero anch’essi «folla»: quasi ognuno di quegli uomini e di quelle donne.
E allora, strizzando gli occhi, scrutando ogni centimetro del quadro, mi è venuto da pensare che così era giusto che fosse. E cioè che Natale fosse nell’esistenza, reale e concreta, per niente idealizzata, di ognuno di noi e delle nostre famiglie. Oggi. In questo momento, qualsiasi esso sia. Sì, l’ho poi trovata la Santa Famiglia. Sia nel quadro che nelle nostre storie…
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