La filosofia delle spezie
Premessa
Per fare buone fotografie serve conoscere molto bene la tecnica, per poi stravolgerla alla ricerca di una visione autoriale. Ecco perché siamo sempre alla ricerca del giusto movimento da dare all’immagine. Una fotografia scattata seguendo il pensiero di chi ha creato l’algoritmo perfetto apparirebbe maledettamente statica e uguale ad altre migliaia di istantanee.
Oggi, fare una bella fotografia, correttamente esposta e dai colori vividi, è molto semplice. Ci pensa la tecnologia. Basta una lieve pressione sul pulsante di scatto e, come per magia, ci sentiamo tutti Cartier Bresson, o quasi. Il novantanove per cento dell’opera è compiuta, manca solo l’enormità di quel maledetto un per cento, senza il quale la fotografia risulta insipida e insopportabilmente uguale ad altre milioni di immagini postate sui profili social di mezzo mondo. Una bella fotografia che non sarà mai buona. Sembra un paradosso, ma la stessa cosa accade anche nell’arte pasticcera. Oggi, trovare delle «belle» paste sugli scaffali dei supermercati è abbastanza semplice. Le grandi case alimentari hanno messo a punto macchinari sofisticati e infallibili, veri creatori di delizie dolciarie di buon livello. Formine di pasta frolla allineate in vassoi, confezionate in veline trasparenti che lasciano intravedere gli ingredienti esterni e spesso immaginare quali potrebbero essere i sapori dell’alimento.
Ma ci vuole poco per capire che le prelibatezze dell’artigiano pasticciere sono un’altra cosa. Il solo sguardo attraverso la vetrata, apre la mente e invita a peccati di gola. Le paste in esposizione non sono uguali, hanno tutte forme diverse. Sono ben guarnite e la glassa colata crea forme geometriche, ognuna con le proprie caratteristiche visive. Ci vogliono solo pochi euro per saziare i palati golosi. Con un primo morso, spesso eccessivo, si entra nel mondo dei sapori alla panna. Poi, con una dentata morbosa, ci si catapulta nell’universo idilliaco del cioccolato. Zucchero filato e mandorle, yogurt e riso, cocco macinato e banana a pezzettini. Retrogusto dai sapori sconosciuti. E miscele di spezie, o chissà cosa. Un sapore diverso, quel «qualcosa» di molto in più che un dolcetto da scaffale non può dare.
Il punto percentuale, come nella fotografia. Che fa l’enorme differenza. Uno spazio limitatissimo dove si inserisce tutto quello che nessuna tecnologia può offrire. La personalità, lo sguardo, la sensibilità e la capacità di mettere assieme le emozioni di una vita. Fare le fotografie è come fare i cannoli, non è un gioco. Non basta dare in pasto qualcosa, bisogna riuscire a farlo assaporare nel modo giusto. Ecco perché sono importanti le essenze. Dose giusta al momento giusto. Il segreto delle spezie. Che non si rivela.
(La fotografia è stata scattata in un centro migranti della provincia di Pavia, in occasione del servizio «Hotel Bel Sit, Storie di Migranti» nel 2016).