La "Preghiera semplice" non è di san Francesco!
«Caro direttore, mi rivolgo a lei in quanto francescano e direttore di una rivista e quindi persona “ben informata sui fatti”, per verificare una questione che mi ha lasciato davvero stupito al punto da non credere ancora oggi che sia vera. Da che io mi ricordi, la cosiddetta Preghiera semplice (quella che comincia con: «O Signore fa di me uno strumento della tua pace…»), l’ho sempre trovata dappertutto segnalata come una preghiera scritta da Francesco d’Assisi. Bene, qualche giorno fa, durante una riunione in parrocchia, un giovane mi ha fatto presente che essa in realtà con il Poverello non c’entra nulla ed è stata attribuita a lui erroneamente. Ma è proprio vero?».
Lettera firmata
Caro lettore, le rispondo subito: ha proprio ragione il suo giovane interlocutore! La cosiddetta Preghiera semplice (insieme con molte altre frasi attribuite da sempre erroneamente a san Francesco) con l’Assisiate non c’entra proprio nulla.
In un bell'articolo di qualche tempo fa, fra Pietro Messa, docente di Storia del francescanesimo alla pontificia università Antonianum, così scriveva: «Tale preghiera appare per la prima volta in Francia con il titolo Belle prière à faire pendant la Messe nel 1912 su "La Clochette", rivista di una pia associazione (…). Tra coloro che ebbero modo di conoscerla vi fu il canonico Louis Boissey (1859-1932) che la ripubblicò nel bollettino gli "Annales de Notre-Dame de la Paix" e così giunse tra le mani di Stanislas de la Rochethulon et Grente che, vantando legami con il Vaticano, ritenne bene inviarla quale preghiera per implorare la pace al segretario di Stato vaticano, il cardinal Pietro Gasparri. Questi da parte sua ringraziò sottolineando l’interesse di papa Benedetto XV e il 20 gennaio 1916 "l’Osservatore Romano" pubblicò tale scritto, con una traduzione italiana, preceduta dal titolo Le preghiere del "Souvenir Normand" per la pace (…). In questo modo la nostra preghiera ottiene una grande diffusione e viene ripresa da "La Croix" che la pubblica il 28 gennaio 1916 definendola "une prière très ancienne" (una preghiera molto antica, ndr). Sempre nel periodo della Prima guerra mondiale il cappuccino Étienne Benôit da Parigi pubblicò la preghiera dietro a una immaginetta raffigurante san Francesco, intitolandola Prière pour la paix e spiegando che riassume meravigliosamente la fisionomia del vero seguace del Santo d’Assisi (…). Il pastore protestante Rambaud, in un lavoro di riconciliazione tra riformati francesi e tedeschi scopre la nostra preghiera e la diffonde con la menzione "Attribuée a St. François d’Assise" (attribuita a san Francesco d’Assisi, ndr) in migliaia di esemplari in diversi Paesi d’Europa. Ormai tutto è pronto perché si diffonda capillarmente grazie anche alla traduzione nelle varie lingue». Un significativo approfondimento sul tema era già uscito nel 2001, a opera di Christian Renoux: nel suo libro "La preghiera per la pace attribuita a san Francesco" (ed. Messaggero Padova 2003, traduzione dell'originale francese) offre una ricerca documentata sulla preghiera semplice, mostrando le origini del testo e ripercorrendo le tappe della sua diffusione universale.
Come vede, quindi, si tratta di una, seppure involontaria, fake news, la quale, benché nata dalle migliori intenzioni, resta comunque una bufala.
Ma davvero molte altre sono le citazioni erronee attribuite a san Francesco. Due su tutte, abbastanza note e che con il Poverello non hanno nulla a che vedere: «Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile» e «Predicate il Vangelo e se è proprio necessario usate anche la parole».
Per altre frasi, preghiere, citazioni falsamente attribuite a san Francesco, le consiglio di visitare il blog di un mio confratello, fra Andrea Vaona, il quale ha con ironia ripreso questo argomento, cercando di restituire, da storico qual è, alla storia la sua verità.
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