
L'Arte immersiva va a teatro
Di arte immersiva si sente ormai spesso parlare, meno frequente, però, è vederla associata a un teatro e alla danza dal vivo. È il caso dello spettacolo «Un bacio senza tempo», in scena al Teatro Ristori di Verona fino al 21 settembre. Firmato da Massimiliano Siccardi e Luca Longobardi (reduci dal successo di «Immersive Van Gogh»: oltre 10 milioni di spettatori tra Stati Uniti, Canada e Francia) con la coreografia di Alessandra Celentano, lo spettacolo fonde disegno e intelligenza artificiale, Schönberg e Bowie, Prokofiev e Gino Paoli, danza e architettura emotiva. Al centro di questa esperienza totalizzante di musica, immagine, architettura, danza e parola: la pittura di Gustav Klimt e il mito di Romeo e Giulietta, narrato da William Shakespeare e ambientato proprio nella città veneta dove si trova il Teatro Ristori.
Prodotto da CREA Impresa Sociale, società strumentale di Fondazione Cariverona, «Un bacio senza tempo» è, anzitutto, un omaggio poetico alla forza dell’amore e dell’arte, un trionfo di immagini sullo sfondo di una Verona reimmaginata attraverso stampe e vedute d'epoca elaborate dall'intelligenza artificiale. Si va, dunque, da una notte stellata veronese allo scontro tra Montecchi e Capuleti, passando per la danza di due ballerini (Alessandro Macario e Matteo Zorzoli si alternano al fianco di Carola Puddu) e per una proiezione introspettiva dell'Albero della vita di Klimt. Il risultato è, come la definiscono gli stessi Siccardi e Longobardi, «un’opera profondamente avanguardistica», che affonda le sue radici nella lezione della Secessione Viennese. A svolgere un ruolo fondamentale nell'equilibrio dello spettacolo è la scelta delle musiche che attraversa epoche e linguaggi: da Verklärte Nacht di Schönberg a Romeo e Giulietta di Prokofiev, da Brian Eno, fino a brani originali come Ariane, passando per una rilettura della Settima Sinfonia di Beethoven firmata da Eleuteria Arena. «La musica è più del cinquanta per cento del nostro lavoro. Se non funziona a occhi chiusi, non funziona nemmeno con gli occhi aperti» spiegano gli autori.
«Con "Un bacio senza tempo" - afferma Filippo Manfredi, Direttore Generale di Fondazione Cariverona e Consigliere Delegato del Teatro Ristori - il Teatro Ristori inaugura un nuovo modo di abitare lo spazio scenico, aprendosi in maniera strutturale all’innovazione tecnologica e alla sperimentazione artistica. Non si tratta di un semplice spettacolo immersivo, ma di una trasformazione vera e propria dell’identità teatrale: l’intero edificio – dal palco alla platea – diventa parte integrante del racconto. È un gesto culturale coraggioso e, per certi versi, inedito: ad oggi, nessun teatro nazionale ha mai ospitato un’installazione immersiva di questa intensità e continuità. Questo progetto - continua Manfredi - è anche il frutto di un percorso che il Ristori ha avviato già da tempo, aprendosi a proposte ibride, multidisciplinari, anche in dialogo con il mondo corporate e formativo».
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