Il titolo da solo non dà indizi sulla direzione che il testo prenderà: pro o contro l’inquietudine? Marion Muller - Colard invece non ha dubbi e si schiera decisa a favore del lato irrequieto della vita, sostenendo la sua tesi sul piano esistenziale, sociale, teologico, culturale. In alcuni passaggi, a dire il vero, dando l’impressione di forzare la mano.
È efficace e originale il testo, quando presenta sotto la luce dell’inquietudine alcune figure dei Vangeli. Maria è colta nella «rivoluzione religiosa» dell’annunciazione, «che, da quel momento, non lascerà più nessuno tranquillo».
Giuseppe è nel turbamento di capire cosa stia succedendo alla sua fidanzata. Supera l’ostacolo lottando, e accogliendolo. «Non vi è altro genere di uomini buoni, se non coloro che ben conoscono il senso della lotta».
Ecco quindi Zaccaria, la figura più riuscita, forse anche perché meno nota e commentata. Il suo apporto permette di presentare l’inquietudine come «rumore di fondo, di quando si annuncia una grande trasformazione».
Infine Gesù stesso, colui che «cammina e incontra», che «rifiuta di fermarsi da qualche parte», «si preserva dall’immobilismo», che addirittura si lascia convertire dalla fede della cananea (Mt 15).
In alcuni passaggi, tuttavia, nell’intento di scuotere il lettore e di non lasciargli tregua, l’autrice appare meno puntuale, perché se da una parte ben stigmatizza la «tentazione della quiete» (reale), del divano blocca slanci, dall’altro non affronta mai lo speculare lato negativo dell’inquietudine. Fine a se stessa, infatti, rischia di essere una tensione (se non una vera e propria condizione) sterile e auto centrata, un modo per mettere al centro il proprio sé senza sentire ragione alcuna.
Quando leggo un libro, non fosse altro che in vista di una recensione, mi confronto con amici e colleghi. «Ma se non ti ha convinto appieno, perché gli dai spazio?» mi sono sentito dire. Un libro – come pure un qualsiasi altro prodotto culturale – non piace solo se corrisponde in pieno alle nostre aspettative, o alle nostre idee o stile. L’inquietudine mi ha fatto pensare, mi ha «inquietato» anche proprio nei passaggi che ho trovato meno per me condivisibili. Credo fosse l’obiettivo del libro. Che mi sento quindi di consigliare in pieno!