Non è altrove il giardino dei sogni
Se la vita degli altri fosse davvero la migliore, sarebbero loro i primi a smettere di imitare sempre qualcun altro. Spesso trascorriamo molto del nostro tempo cercando di emulare le scelte o lo stile di vita di chi ci sembra più fortunati o, semplicemente, migliore di noi. «Vorrei essere come lui, vorrei avere le sue capacità, vorrei cambiare la mia vita con la sua...».
Quante volte ci ritroviamo a desiderare di mollare tutto e cercare fortuna altrove: un’altra casa, un’altra relazione, un altro luogo...
Via, quante volte ci ritroviamo a desiderare soltanto di andare via. Via dalla nostra vita, per seguire la vita degli altri. Col fiato corto di chi corre all’impazzata, ci sediamo esausti sul ciglio di una giornata tutta sbagliata, a sospirare un futuro del tutto incerto. Cediamo rassegnati alla paura dell’impossibile e, fuggiaschi dalla nostra storia, rischiamo di smettere di sognare, di desiderare: perché stanchi, delusi, distratti e dispersi a rincorrere qualcosa che non siamo noi, che non è nostro. Così, nell’impegno snervante di stare al passo degli altri, perdiamo noi stessi e quanto di noi deve ancora crescere.
E se smettessimo di correre dietro alla fantasia sfrenata, cercando di esplorare quanto invece è possibile proprio sul terreno del nostro oggi? E se evitassimo di ignorare l’incontro, spesso deludente, tra il desiderio e il limite, dandoci la possibilità di scoprire nei nostri confini uno spazio di opportunità dove poter adottare soluzioni idonee che ci aiutino a coltivare aspirazioni realistiche? «Ma dove sto andando? Cosa sto costruendo di veramente mio?». Se la smettessimo di andare altrove, fuggiaschi in suolo estraneo, forse potremmo scoprire che nessun altro terreno, all’infuori di quello della nostra vita, potrebbe essere il luogo più adatto dove piantare e far crescere il giardino dei sogni.