No Man’s Sky, videogame per esploratori di mondi
Recensire un videogioco uscito più di un anno fa può sembrare azzardato, ma facciamo in questo caso un’eccezione, perché la progettazione e l’uscita di questo gioco di avventura hanno segnato una vera rivoluzione nel settore.
No Man’s Sky, che possiamo tradurre in italiano con Il cielo di nessuno, è un videogioco «aperto», nel quale, cioè, il giocatore può muoversi liberamente esplorando potenzialmente la superficie di un numero di pianeti pari a 18 trilioni. No Man’s Sky promette al giocatore un’esperienza di immersione completa all’interno di pianeti fantastici, da attraversare con astronavi spaziali, ottenendo informazioni specifiche sull’ambiente (per esempio la flora e la fauna che li abitano), incontrando le creature che vivono nella galassia e ottenendo risorse sufficienti per acquistare navicelle e strumenti migliori per proseguire nell’esplorazione.
Il viaggio proposto è intriso di mistero e regala al giocatore la sensazione di essere un pellegrino alla continua scoperta dell’universo attraversato (rimandando in tal modo alla dimensione esistenziale dell’essere umano). Proprio queste specificità del gioco, nel quale non è presente alcuna finalità dichiarata se non quella di visitare i pianeti e relazionarsi con le diverse forme di vita, ha deluso molti giocatori che l’hanno recensito come noioso. Per rispondere a queste sollecitazioni, lo scorso agosto è stato fatto uscire un aggiornamento del gioco, dal nome Atlas Rises, nel quale sono stati apportati parecchi cambiamenti sostanziali rispetto alla versione originaria. Le specifiche tecniche di tali innovazioni sono visibili sul sito www.nomanssky.com.
La versione iniziale del videogame, proprio grazie all’aggiornamento, è oggi decisamente migliore: i cambiamenti introdotti, infatti, hanno aggiunto varietà alle esperienze proposte senza modificare quelle che erano le peculiarità più importanti del gioco. Anche la narrazione ha mantenuto la sua caratteristica principale che, come accennavamo, è quella del mistero: l’unica certezza in questo viaggio virtuale è il cammino che l’Atlas deve compiere, sapendo bene, però, che di fronte all’infinito ci si può rapportare solo con un atteggiamento di meraviglia e fiducia. In tal senso il gioco è molto educativo, oltre che per il fatto che ogni giocatore deve apprendere, man mano che l’avventura procede, nuove lingue per facilitare le possibili trattative o solo per capire meglio le creature che incontrerà nella galassia.
Un’ultima annotazione: nella nuova versione del videogame conviene soffermarsi sul Farming, ovvero su un pianeta che contiene un materiale raro di cui fare scorta per poi venderlo alla prima stazione spaziale. Questo processo è abbastanza lungo, ma quel materiale prezioso è indispensabile per proseguire il viaggio comprando nuove navicelle e strumenti di navigazione migliori.