Videogiochi e smartphone, utilizzati in modo compulsivo e prolungato, agiscono sul cervello producendo il medesimo effetto delle sostanze stupefacenti.
Siamo sul pianeta Terra completamente distrutto da una misteriosa esplosione. Nella totale devastazione un uomo solo si muove tra mille pericoli e insidie. È Sam Porter Bridges, protagonista del videogioco Death Stranding (sviluppato da Kojima Productions con la collaborazione di Guerrilla Games), che si avventura tra le macerie con una doppia finalità: fare da corriere tra due centri logistici in quel che resta degli Stati Dis-Uniti d’America e riconnettere l’intero Paese dove i pochi sopravvissuti vivono nel totale isolamento.
Siamo tutti pellegrini e viandanti pronti a stupirci dinanzi alle meraviglie del mondo. Un videogame ce lo ricorda, attraverso un’esperienza estetica fatta di immagini, musica, incontri ed esplorazioni.
Si può affrontare la disabilità quando non si è ricchi e famosi, ma si può diventarlo grazie al coraggio e alla determinazione? La sorprendente storia di chi ce l’ha fatta.