Papa Francesco oltre il Sahara
Prima tappa del viaggio apostolico del Pontefice dal 4 al 10 settembre, il Mozambico – recentemente alla ribalta per due catastrofici cicloni: Idai e Kenneth – è un Paese che ha sofferto pene indicibili, negli anni ’90, a causa di una sanguinosa guerra civile, esplosa nel 1975 a seguito dell’indipendenza dal Portogallo, nella cornice della Guerra fredda. Il confronto armato tra il governo del Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico), appoggiato dall’ex Unione Sovietica, e la Renamo, sostenuta dalla Rhodesia (odierno Zimbabwe) e dal regime segregazionista sudafricano, causò morte e distruzione.
Nel 1992, a seguito dell’intesa di pace siglata a Roma, grazie alla mediazione del governo italiano e della Comunità di sant’Egidio, venne definita congiuntamente una nuova costituzione di stampo multi-partitico. Nelle elezioni libere tenute negli anni successivi, il Frelimo si è sempre confermato come il primo partito del Mozambico. Da rilevare che questo Paese dispone di ingenti riserve di gas naturale, carbone, titanio, granito, gesso, grafite e pietre preziose. In particolare, enormi giacimenti di gas naturale sono stati scoperti nel 2011 nel bacino del Rovuma dall’Eni e dalla statunitense Anadarko per un totale di risorse finora accertate di oltre 2 mila miliardi di metri cubi di gas.
Dal 1992 il Mozambico ha sperimentato un periodo di crescita sostenuta, favorito dalla stabilità macroeconomica e dall’attuazione di riforme di mercato favorevoli agli investimenti esteri. Tra il 1996 e il 2015, il Paese ha registrato tassi di crescita tra i più elevati dell’Africa subsahariana (7 per cento in media). La recente crisi (acuita dalle intemperie meteorologiche) ha rallentato l’andamento economico (3,7 per cento nel 2017 e 3,2 per cento nel 2018), tuttavia, anche grazie alla disponibilità di risorse naturali, le prospettive per il medio-lungo periodo restano buone (9,2 per cento crescita stimata per il 2023).
Il vero problema è rappresentato dalla forte esclusione sociale e dalla corruzione che penalizza i ceti meno abbienti. La disparità economica dovuta all’aumento della ricchezza delle classi più benestanti determina un aumento della violenza e della criminalità. La Chiesa cattolica si è particolarmente distinta nel sostenere il processo di riconciliazione nazionale e nella pastorale ordinaria attraverso le piccole comunità di fedeli che si riuniscono, in molte diocesi, attorno alla Parola di Dio.
Significativo è il contributo dei cattolici nel campo educativo e sanitario. In quest’ultimo settore ha ottenuto dei buoni risultati il progetto Dream, lanciato dalla comunità di sant’Egidio, che consiste nel sostegno a una serie di centri di analisi e cura per Hiv sieropositivi e malati di Aids, accompagnati da centri nutrizionali, dedicati ai pazienti in terapia nei centri di cura, e da laboratori di analisi. Invasiva è, invece, la presenza delle sette che si stanno espandendo capillarmente, osteggiando la visione sociale della predicazione dei cattolici.
Molte sono anche le chiese evangeliche. È abbastanza consistente la presenza musulmana (20 per cento), anche se al momento non sembra avere alcuna connotazione fondamentalista. Il Mozambico è un Paese giovanissimo – il 44,1 per cento della popolazione ha meno di 15 anni – e, per questo, si guarda al futuro con speranza.
Verso l’Oceano Indiano
Seconda tappa nel viaggio apostolico di settembre, il Madagascar ha adottato solo agli inizi degli anni ’90 una forma di governo parlamentare di stampo democratico per porre fine al regime dittatoriale di Didier Ratsiraka (il presidente che ha dominato il Paese sin dalla metà degli anni ’70). Da allora, a fasi alterne, il Paese ha rischiato di precipitare nella guerra civile per le divisioni all’interno dell’arena politica nazionale.
Attualmente, il presidente è Andry Rajoelina che ha vinto le elezioni del 2018 (molto combattute e segnate da accuse di frode) battendo Marc Ravalomanana al secondo turno. La crescita economica del Paese è ostacolata dalla corruzione e dallo sfruttamento delle risorse naturali da parte di non poche aziende straniere. Nel 2005, il governo di Antananarivo ha annunciato di avere trovato grandi quantità di petrolio, nel sottosuolo e off-shore. Questa risorsa è sotto il controllo di alcune multinazionali, oltre al complesso dell’industria mineraria, della produzione di pietre preziose (in Madagascar si trovano molti zaffiri) e del turismo.
Il settore trainante rimane quello agricolo che fornisce il 27,3 per cento delle entrate. La forte vulnerabilità a cui è soggetta la produzione agricola, ancora praticata in forme arretrate, è legata sia alle condizioni climatiche (frequenti i cicloni e le alluvioni), sia alle variazioni dei prezzi dei prodotti di consumo. La Chiesa cattolica è molto vivace e impegnata, anche attraverso il contributo di congregazioni missionarie e di ordini religiosi, nell’evangelizzazione e nella promozione umana.
Ultima tappa del viaggio apostolico a sud del Sahara, Maurizio. Si tratta di un’isola nell’Oceano Indiano, che vive prevalentemente di turismo e dove la popolazione è composta di induisti (48,5 per cento), cristiani (32,5 per cento) e musulmani. Per papa Francesco, un’occasione per affermare il dialogo interreligioso in un luogo crocevia dei popoli.
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