A proposito del «perdon d’Assisi», e cioè di Dio
«Fiat mihi». No, non è l’ultimo modello di automobile della famosa industria torinese. Ma certamente, da Maria in poi, è il «marchio di costruzione» del cristiano, il suo brand inconfondibile, per un autentico «cristiano di marca»! Quel cristiano che prima di fare qualcosa per Gesù, lascia che sia piuttosto Lui a fargli qualcosa. Sì, perché affermare: «si faccia di me secondo la tua volontà» (Lc 1,38), non mette in gioco paradossalmente la mia capacità presunta di fare sempre la volontà del Signore, che sarei davvero insensato anche solo a pensare di essere in grado di farlo, né il buon Dio è così ingenuo da aspettarsi da me ciò.
Quel che è in gioco, in realtà, è la fedeltà di Dio in me: il lasciargli compiere in me le meraviglie che lui ha in mente, e che sono tanto più grandi e belle, quanto più la «materia di base», ciò che io sono, è davvero di scarsa qualità e ancor più pessima fede! E questa meraviglia è la sua misericordia! Non posseggo la meta, è inutile. E anche vedere un po’ più in là, mi è impossibile.
Devo fidarmi di lui, non posso fare altro, sono «condannato» persino a questo: pena inaridirmi e farmi seppellire senza sconti dai miei peccati e dalla mia fragilità! Ma quando, quelle poche volte che un pochino ci riesco: che libertà e che pace! San Francesco sembra quasi far proprio il desiderio di Dio, quando annunciando la famosa indulgenza ottenuta incredibilmente dal papa, affermò: «Voglio mandarvi tutti in paradiso» (Indulgenza della Porziuncola: FF 2706/11).