Recuperare l’anello prezioso
«Si legge che un re aveva un anello d’oro, ornato di una gemma preziosa. L’anello, che gli era molto caro, gli si sfilò dal dito e cadde in una cloaca, per cui ne ebbe grande dispiacere. Non trovando nessuno che fosse in grado di recuperare l’anello, deposte le vesti della sua regale dignità, vestito di sacco si calò nella cloaca, cercò a lungo l’anello, e finalmente lo trovò: trovatolo, pieno di gioia lo riportò con sé nella reggia». (Sant’Antonio, La Cena del Signore).
Ore 8 di una mattinata fredda e piovosa, argine del Brenta a Padova: qualche amante dello jogging, altri che hanno «sceso il cane» come ogni giorno, altre persone che transitano per i fatti loro. Sul ponte, un uomo anziano si spoglia di tutto e si butta giù: ha deciso di farla finita, non prima, però, di aver dato segnali inquietanti che non sono sfuggiti a dei passanti. Ma presto il peggio è andato in scena.
Un ragazzo, un operaio di 21 anni che sta andando al lavoro, infreddolito, sulla sua bici, viene attirato da grida e vede quell’uomo nudo nell’acqua gelida, preda sicura di un’ipotermia. Il giovane si spoglia di tutto quanto gli impedirebbe il soccorso di emergenza e si tuffa per cercare di salvare quello sconosciuto. Sa nuotare, ma non si tratta di lasciarsi andare in una fumante e ben igienizzata piscina termale; è calarsi nel rischio, e non solo di un brutto raffreddore.
«Me lo ha detto il cuore» dirà quando, arrivato puntuale sul suo posto in azienda, sarà raggiunto dalle prime telefonate dei cercatori degli «eroi di un giorno». Per almeno ventiquattr’ore molti si interesseranno di lui, della sua condizione famigliare e lavorativa, probabilmente ci sarà una medaglia per lui, ma non sembra essere nelle attese dell’interessato.
Nell’inevitabile intervista ha dichiarato: «Mi è venuto istintivo buttarmi per cercare di salvare questa persona»; e io (che scrivo) mi sono detto: «Ma allora esistono ancora moti istintivi così!». E oggi mi sento più leggero e fiducioso per tutti, perché in una gelida mattina qualcuno è stato disposto – mi lascio ispirare dal brano del Sermone di sant’Antonio riportato nel sommario – a calarsi senza obiezioni nella «cloaca», qualunque essa fosse, per recuperare «l’anello prezioso», e continuare poi con «disinvoltura» la propria strada. «Mi hanno dato una coperta, per me è stato sufficiente» taglia corto il giovane commentando le conseguenze di quel bagno imprevisto sul proprio corpo.
Sto leggendo il libro Passione, di Paolo Crepet, e non posso non accostare certe sue riflessioni sul bisogno di ogni cuore di spendersi perdutamente a ciò che è successo sull’argine del Brenta. E penso che sia vero e possibile, anche ora, quello che il Figlio di Dio ha fatto e fa per noi, spogliandosi delle «proprie vesti regali», e rischiando tutto per Amore.
Speriamo che l’anziano si salvi e veda più positivamente la vita. E il soccorritore? Lui si chiama Ousmane Cissokho, del Mali, ed è arrivato in Italia su un barcone tre anni fa: lavora come magazziniere, paga le tasse, ama il riso col pollo, forse è credente. Uno di noi.