Ristrutturato il Villaggio sant’Antonio
Ogni villaggio è un mondo. Una frase che sembra fatta su misura per il Villaggio sant’Antonio, una delle opere di solidarietà dei frati della Provincia italiana di sant’Antonio di Padova più radicate nel territorio, che oggi è una casa accogliente per persone con disabilità e minori con gravi difficoltà familiari. Dopo più di 60 anni di storia (il Villaggio è nato a Noventa Padovana PD nel 1952 come orfanotrofio), i frati hanno intrapreso una ristrutturazione che Giancarlo Capitanio, Direttore generale del Villaggio sant'Antonio, ha definito «diffusa», cioè fatta pezzo per pezzo per essere pensata e adeguata nei minimi dettagli alle nuove esigenze delle persone accolte. E oggi, 23 dicembre, alcuni importanti tasselli di questo mosaico di bene sono stati inaugurati, alla presenza delle autorità, il sindaco di Noventa Padovana (PD), Luigi Bisato, e Silvana Bortolami della Cariparo, la Fondazione che ha finanziato tutti i mobili dei locali ristrutturati.
Tra questi tasselli, i due centri diurni, Fratello fuoco e Sorella luna, che accolgono ogni giorno 50 persone con disabilità, la Comunità alloggio Tau (nelle sue articolazioni Il noce e Il giglio) che ospita 20 utenti e l’HappyCentro, il doposcuola che segue 40 ragazzi delle primarie e delle secondarie.
Il clima che si respira non è quello asettico delle inaugurazioni, qui tutto sa di famiglia, di condivisione, di relazioni profonde intessute nel tempo. «Si rischia di dare per scontata una realtà così - afferma il sindaco Bisato -, e invece è un grande segno di vitalità sociale per l’intera comunità. Io stesso ho frequentato questa realtà prima come animatore parrocchiale e oggi come sindaco. E credo che non sia un caso se nella nostra città ci siano 65 associazioni iscritte all’albo del comune. Vedere il Villaggio rinnovato riempie il cuore, ma io so che dietro i mattoni ci sono la vita, la passione, le storie delle persone che danno e ricevono aiuto».
Anche Silvana Bortolami, venuta in rappresentanza del presidente della Cariparo, Antonio Finotti, non nasconde la sua profonda amicizia per questa famiglia, che ha frequentato prima come assistente sociale del Comune, poi come responsabile dei servizi sociali della Ulss 21, e ora anche come consigliere della Fondazione: «Abbiamo molto a cuore in questo momento di crisi la situazione delle famiglie e in particolare delle persone più fragili, come quelle che frequentano questo luogo di condivisione e accoglienza. Con fantasia e dedizione il Villaggio sant’Antonio dà testimonianza, significato, valore a chi sembra non averne. Per questo è un luogo significativo per tutta la città di Padova».
A questa ricchezza di valori e relazioni fa riferimento anche padre Giovanni Palleva, responsabile area disabilità, nel corso della Santa Messa a conclusione dell’inaugurazione, celebrata nella splendida cappella, nuova di zecca, cuore pulsante del Villaggio. Padre Giovanni ha parlato di una «tessitura» che Dio intreccia con gli uomini: «Perchè Dio ha bisogno di noi per intessere le sue trame». Come segno finale ogni fedele ha ricevuto un filo di lana rosso: «Nel Protovangelo di Giacomo - spiega padre Giovanni -, Maria stava tessendo con un filo rosso il velo del Tempio nel momento in cui ricevette l’annuncio». Quel filo rosso oggi passa a noi.