San Giuseppe, l'uomo discreto di Nazaret
Di san Giuseppe si parla poco. Del resto, non una parola abbiamo di lui. Non che qualcuno gli avesse proibito di parlare, com’era successo a Zaccaria ammutolito dall’angelo. Giuseppe era un uomo con una potente interiorità, grazie alla quale ha affrontato le sfide inedite e inattese cui Dio gli ha proposto di partecipare. Senza esternare alcunché di sé.
Non furono sfide da poco, come ci narrano i Vangeli di Luca e di Matteo. Egli, giovane fidanzato, si ritrova con Maria, la sua promessa sposa, incinta non di lui. Facile immaginare l’imbarazzo di Maria nello spiegargli l’improbabile – solo a Dio tutto è possibile –; altrettanto facile congetturare la sua reazione, quanto meno di spiazzante sorpresa, di fronte a tale dato di realtà.
Fortemente dibattuto nella sua coscienza, uomo giusto verso la Legge e sensibile verso la sua amata, Giuseppe aveva escogitato una via d’uscita amara, ma legale: licenziarla in segreto, per evitarle il pericolo della lapidazione (pena prevista in caso di adulterio, anche per le promesse spose).
L’evangelista Matteo riporta solo per pennellate sommarie tale inquieto e drammatico conflitto interiore, rivelando una cosa importante: la capacità di Giuseppe di restare comunque aperto all’imprevedibile. Dentro questa non scontata finestra di disponibilità, Giuseppe sogna un angelo che gli suggerisce via via il da farsi, offrendogli ben più ampia e liberante interpretazione della realtà. Giuseppe dà piena fiducia a tale onirico messaggero e sposa Maria con le ben note conseguenze.
Nella Basilica vi sono due luoghi dove viene celebrato quest’uomo discreto e aperto alle possibilità di Dio: la cappella a lui dedicata, ubicata dopo la cappella della Madonna Mora, la cappella di San Giuseppe, appunto; la parete d’ingresso dell’Oratorio di San Giorgio, accessibile dal sagrato della Basilica. La decorazione pittorica dell’Oratorio, risalente agli anni 1379-1384, è opera di Altichiero da Zevio, in collaborazione con altri sei valenti pittori di cui gli studiosi riconoscono la mano.
San Giuseppe è rappresentato quattro volte, nelle scene relative alla natività di Gesù, poste in modo coerente al di sotto della scena dell’Annunciazione. San Giuseppe è ritratto come uomo maturo, dai capelli e dalla barba brizzolati, dal volto nobile, con lo sguardo attento e serio, con un curioso copricapo invernale, decorato con una fascia di vello di pecora, sempre in posizione secondaria rispetto alla santa diade Maria-Gesù, centro focale di ogni scena.
Altichiero non lo rappresenta nei momenti intimi del suo segreto conflitto interiore, bensì nei momenti più operativi, dove la sua presenza di uomo responsabile è richiesta come supporto e difesa ai fragilissimi inizi della vita di Gesù. Una sorta di discreta guardia del corpo, che permette al bambino Gesù di realizzare la sua missione di nuovo Mosè che incontra sia i più periferici e negletti pastori, sia uomini sapienti e consapevoli della propria ricerca religiosa, come i Magi.
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