Scegliete la strada di una comunicazione di pace

È l'appello lanciato oggi da papa Leone XIV a giornalisti e comunicatori convenuti in Sala Nervi per il tradizionale incontro con la stampa del dopo elezione.
12 Maggio 2025 | di

Papa Francesco, a causa della malattia che poi gli ha impedito di proseguire nei suoi analoghi impegni, ha dedicato ai giornalisti e comunicatori il suo unico incontro pubblico nell’ambito del grande Giubileo di questo 2025. E papa Leone XIV, sempre ai giornalisti, ha voluto dedicare il suo primo incontro pubblico tenuto in Sala Nervi stamattina, 12 maggio, alle ore 11, rivolgendo loro un discorso molto pieno e denso, che in più passaggi ha richiamato la potenza etica delle parole e la responsabilità di chi comunica e di chi informa nel raccontare bene le cose, gli eventi, le storie, perché esse siano in sintonia con la  verità, bandendo banalità e sciatteria ed esercitando invece il binomio verità/coraggio, oggi quanto mai necessario per svolgere bene questa professione così importante, perché una buona informazione può davvero rendere le persone capaci di essere libere.

Cinquemila i giornalisti accreditati all’evento, che il Papa ha voluto subito ringraziare per il lavoro svolto in questo tempo di passaggio tra due Pontefici, «che per la Chiesa è tempo di Grazia». Immediato poi il richiamo alla pace da parte del Pontefice, così com’era accaduto nel suo primissimo discorso, dopo l’elezione, rivolto al popolo di Dio dalla Loggia delle benedizioni. Leone XIV ha infatti citato il Discorso della Montagna (Mt, 5, 1-20), richiamandone il versetto dedicato agli «operatori di pace». Perché la pace, ha ricordato il Pontefice, «comincia da ognuno di noi, quando parliamo e guardiamo gli altri. […] Per questo il modo in cui comunichiamo è di vitale importanza». E nella nostra comunicazioni dobbiamo essere capaci di dire di no alla «guerra delle parole e delle immagini».

Il Papa ha poi proseguito ricordando i tanti giornalisti uccisi o imprigionati per aver cercato di esprimere la verità in contesti difficili, come quelli di guerra. A essi ha espresso la solidarietà della Chiesa e ne ha chiesto a gran voce la liberazione, perché «la Chiesa riconosce in questi testimoni (quanti raccontano le guerre, ndr) persone che difendono il diritto della gente a essere informata». Per questo, ha sottolineato ancora, la loro sofferenza, la loro prigionia, interroga tutti noi.

«Grazie per il vostro servizio alla verità – ha ancora ribadito il Pontefice rivolgendosi ai presenti –. Voi siete stati a Roma in queste settimane e avete cercato di raccontare l’unità e la varietà della Chiesa. Avete raccontato il dolore per la morte di papa Francesco avvenuta però nella luce della Pasqua. Avete narrato il Conclave […] e la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti, come unico popolo guidato dal Buon Pastore».

Quelli presenti sono tempi difficili per tutti noi da raccontare, ha poi riconosciuto Leone XIV. Essi rappresentano per tutti «una sfida»: quella di «non cedere mai alla mediocrità». E come la Chiesa deve affrontare le sfide del tempo non possono esistere una informazione e un giornalismo «fuori dalla storia, perché come diceva sant’Agostino: viviamo bene i tempi e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi», con una chiamata alla corresponsabilità da parte del mondo dell’informazione. «Grazie – ha detto ancora il Papa – per essere usciti in questo tempo da stereotipi e luoghi comuni, grazie per aver colto l’essenziale di ciò che siamo».

Oggi il compito della comunicazione e dell’informazione, ha proseguito il Papa, è quello di farci uscire da una sorta di Torre di Babele nella quale ci troviamo, rifiutando linguaggi ideologici e faziosi. La comunicazione può offrire infatti lo spazio per creare luoghi di confronto e dialogo, e ha ricordato come la nuova sfida dell’Intelligenza Artificiale richieda di essere affrontata con discernimento anche dal mondo dell’informazione, affinché essa venga orientata al bene di tutti.

«Con il tempo – ha sottolineato ancora il Papa – impareremo a conoscerci meglio. Quelli vissuti sono stati giorni speciali e vorrei che ognuno di noi potesse dire che ci hanno svelato un pizzico di umanità».

Papa Leone ha concluso il suo intervento richiamando il Messaggio di papa Francesco per la Giornata delle comunicazioni sociali del 2025 («Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori» (cfr1Pt 3,15-16)»), ricordando l’appello a disarmare la comunicazione, a purificarla dall’aggressività perché oggi «serve una comunicazione capace di ascolto» e di dare voce a chi non ha voce. Se disarmeremo le parole, disarmeremo la terra. «Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti, le speranze e le ingiustizie del mondo – ha chiosato il Papa – per questo vi chiedo di scegliere la strada di una comunicazione di pace».

Data di aggiornamento: 12 Maggio 2025

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