Sulle ali degli amici
Forse mai come in questo periodo che stiamo attraversando, l’isolamento ci induce a riflettere sul fatto che i contatti con il prossimo sono così parcellizzati e quasi mai ci lasciano esprimere l’essenzialità di ciò che siamo davvero. «La società alimenta ogni giorno l’ossessione per un “Io” ipertrofico e narcisista e per un “Noi” escludente e aggressivo».
L’esempio viene dai social, dove esiste «la massificazione e la coercizione dell’amicizia» online. La logica è quella dell’appiattimento, nella convinzione che basti sbandierare il numero dei contatti o dei presunti amici, i followers, o pensare che basti un like per diventarlo. Ma l’amicizia è ben altro. È qualcosa che non può essere manipolata dalla rete.
L’autore si rifà a Platone e Aristotele per mostrarci come i legami d’amicizia siano non soltanto un pezzetto della nostra storia ma, decisivi, centrali. «È da lì che deve partire il nostro rapporto con il mondo e la sfera pubblica», afferma Pietro Del Soldà, autore e conduttore di Radio 3.
L’amicizia non è solo un volersi bene, affetto, vicinanza, aiuto reciproco e voglia di divertirsi insieme. È molto di più: è il gioco più serio, quella che, come dice Aristotele, «ci fa sentire che esistiamo». Per questo Del Soldà, ci fa «incontrare» filosofi e poeti con punti di vista e voci capaci di mostrarci l’esistenza «come un campo di gioco, in cui rispondere al nostro bisogno di senso e diventare migliori assieme agli amici». Socrate, per esempio, con il suo «incessante tuffarsi nella relazione», pone domande decisive: «Il legame tra amici nasce dalla somiglianza, dall’avere abitudini e radici in comune o è la diversità ad attrarci?».
E poi il contributo importante che viene da Platone, per mostrarci come gli amici siano uniti in un percorso di reciproca conoscenza che è il miglior modo di disporsi in rapporto con il cosmo, con quello che non è umano. «Questo significa abbandonare l’atteggiamento di conquista della natura che sta alla base del nostro modo di vivere. Il rapporto uomo-natura è da ripensare e questo vale maggiormente oggi», afferma l’autore ricordandoci come per Aristotele l’amicizia è «il cemento delle polis».
La socialità è il bene più prezioso nell’uomo e va difesa. Si tratta di un’interazione che crea tessuto, cultura, futuro. La vera democrazia non è fatta di friends, ma di amici veri che si confrontano nella vita in maniera diretta, non mediata. Valutando di volta in volta il legame di onestà e costruendo un mondo più giusto.