Voltiamo pagina
Oggi, pur riconoscendo la drammaticità dell’emergenza climatica, i grandi della Terra trovano accordi al ribasso: è sempre difficile smontare equilibri in cui si intrecciano economia e politica, interessi e sistemi di potere. I Paesi più poveri sono sempre quelli che pagano il prezzo più alto: non solo perché sono i più sfruttati per le materie prime e la manodopera a basso costo, ma perché per loro la transizione energetica è insostenibile.
In più non si considera il peso delle mutate condizioni climatiche (desertificazione, inondazioni, riduzione delle specie animali e molto altro) come fattore chiave per le migrazioni ambientali, non ancora riconosciute come causa necessitante per cercare altrove condizioni di vita più umane.
All’inizio di un nuovo anno occorre saper voltare pagina, sin nelle nostre abitudini quotidiane, ma anche continuando ad ascoltare e amplificare il grido della Terra e di chi la abita. E la via più feconda ce l’ha indicata papa Francesco già sette anni fa, con la sua enciclica Laudato si’ che costituisce tutt’ora un punto di riferimento imprescindibile e avanzato, non solo per i cristiani. Solo adottando la prospettiva della complessità, delle interdipendenze, si può sperare di affrontare una questione non più rimandabile.
Solo un’«ecologia integrale», ambientale, sociale e spirituale può farci uscire da questo vicolo cieco mortifero. Perché «non basta più parlare solo dell’integrità degli ecosistemi. Bisogna avere il coraggio di parlare dell’integrità della vita umana» (LS 224): che è giustizia, fraternità, libertà.
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