Vita nuova
Ottobre è il mese in cui la vita ricomincia: la scuola, la vita quotidiana. Eppure le condizioni non sono le stesse. La pandemia è contenuta ma non debellata, lo scenario internazionale è minaccioso e la situazione dell’Afghanistan non lascia nessuno indifferente perché viviamo in un villaggio globale dove tutto è connesso e i destini intrecciati. Tante incertezze pesano sul futuro, e la tentazione è quella di ridurre la complessità affidandoci al leader di turno, ascoltando solo quello che già somiglia ai nostri pensieri evitando di rimettere in discussione le poche certezze che ci siamo conquistati. In un mondo sempre più instabile cerchiamo di costruirci isole di stabilità individuale.
Ma questo tempo ci chiede un esercizio di coraggio, un passo nuovo. Non difenderci, ma lasciarci provocare dalla realtà. Non stabilizzarci, ma lasciarci mettere in movimento. Non rifugiarci nelle routine che conosciamo, ma inaugurare passi di vita nuova. Tra la stabilità agognata e l’instabilità imperante, e da molti alimentata, possiamo scegliere un piano diverso, aperto al cambiamento ma radicato nella storia. Un piano «metastabile» che chiede a ciascuno un contributo nella prospettiva del «noi» che vogliamo essere. In questo mese di ripresa delle attività domandiamoci: come posso contribuire a rendere più umano il tempo che è davanti? Quali gesti, anche piccoli ma nuovi, posso inaugurare in questa direzione? In ogni caso, qualunque esse siano, «possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure» (Nelson Mandela).
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