Bere vino fa male?
I possibili benefici del resveratrolo e di altri antiossidanti hanno spinto per molto tempo a spiegare con il consumo abituale di vino rosso anche il cosiddetto «paradosso francese», quello per cui le popolazioni d’oltralpe, nonostante l’abbondanza di burro e formaggi sulla loro tavola, soffrissero di infarto meno di altri.
Da molti anni, però, è chiaro che i vantaggi di queste sostanze contenute nel vino rosso non compensano il fattore di rischio rappresentato dall’alcol in sé: che sia contenuto nella birra o nel whisky, quel che conta è la quantità assunta abitualmente.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, non esiste un consumo sicuro che non possa fare alcun male. Si può decidere di bere responsabilmente, per il piacere che ne deriva, per i valori culturali e conviviali che si associano a questa abitudine, ma senza pensare che possa essere in alcun modo una scelta salutare.
Anche un recente studio pubblicato sulla rivista medica più importante del mondo, The Lancet, ha mostrato che i limiti consigliati dalla maggior parte delle linee guida sono fin troppo tolleranti: secondo un’indagine condotta su quasi 600 mila persone, solo sotto i 100 grammi di alcol la settimana (corrispondenti a molto meno di un bicchiere di vino o una lattina di birra al giorno) non si trova un aumento della mortalità totale rispetto a chi non beve nemmeno quelli.
Ma se dalle possibili cause di morte si toglie l’infarto, su cui l’alcol potrebbe avere un leggerissimo ruolo protettivo, non si riconosce più nessuna soglia di sicurezza: il rischio di cancro, ictus e altre malattie cardiovascolari importanti aumenta in proporzione a quanto si beve. Certo, per chi beve poco e occasionalmente, l’incremento di mortalità è minimo, ma sempre superiore a chi è proprio astemio.
Per noi italiani che abbiamo una cultura del vino, e per cui il bere in compagnia ha un valore aggiunto importante (senza tenere conto degli ingenti interessi economici che girano intorno a questo settore) non è facile accettare i risultati della scienza.
Dopo decenni di prove scientifiche raccolte da autorevoli ricercatori di tutto il mondo, i numeri lasciano pochi dubbi: se proprio non si vuole rinunciare al bicchiere di vino a tavola o all’aperitivo con gli amici, è bene cercare comunque di ridurre il più possibile la quantità di alcol, limitando le dosi o la gradazione delle bevande. Solo questo, che corrisponde al contenuto di alcol, conta ai fini dei rischi per la salute, non la qualità o il prezzo di quel che si versa nel bicchiere.
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