Gossip spirituale
I politici sono in ferie. Il campionato di calcio è terminato da un pezzo e questa volta ci siamo risparmiati anche il Mondiale in Russia. Insomma, manca la materia prima ai giornali per accontentare la nostra curiosità, spesso morbosa e impicciona (non è vero: guerre più o meno dimenticate, gente che lotta per sopravvivere, altri che danno la propria vita per la pace e la giustizia, qualcuno che continua impunemente a farsi gli affaracci suoi, vendendo armi o regalando collanine e specchietti, rubando materie prime, deforestando, avvelenando l’acqua, impoverendo la diversità dell’ecosistema; insomma, di notizie ce ne sarebbero pure, è che… non fanno notizia). Ma di qualcosa si dovrà pur cicalare sotto l’ombrellone, mentre ci si spalma di creme a protezione totale contro il sole e la responsabilità personale o sorseggiando cocktail analcolici e anaffettivi ai bordi delle piscine. E siccome reputo che il rischio di mandarsene in vacanza anche il buon Dio sia in termini di probabilità molto alto, ecco allora qualche succoso estratto di gossip spirituale estivo.
A cominciare da una delle nostre lamentele più gettonate: non c’è più religione, i giovani d’oggi sono senza fede, vescovi e parroci non sono più quelli di una volta e chi più ne ha più ne metta... A riguardo ascoltiamo: «Per una grande messe gli operai sono pochi; non possiamo parlare di questa scarsità senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova di rado chi lavora nella messe del Signore; ci siamo assunti l’ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l’ufficio comporta. Spesso infatti la lingua dei predicatori perde la sua scioltezza a causa delle loro colpe; spesso invece viene tolta la possibilità della predicazione a coloro che sono a capo per colpa dei fedeli. Non è sempre facile però sapere per colpa di chi al predicatore venga tolta la parola. Ma si sa con tutta certezza che il silenzio del pastore nuoce talvolta a lui stesso, e sempre ai fedeli a lui soggetti. Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l’ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti. Coloro che ci sono stati affidati abbandonano Dio e noi stiamo zitti. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Tutti rivolti alle faccende terrene, diventiamo tanto più insensibili interiormente, quanto più sembriamo attenti agli affari esteriori» (Omelie sui vangeli 17). Autore: papa Gregorio Magno. Anno: tra la fine del 500 e l’inizio del 600. No, non 1500 e 1600. Proprio 500 e 600, non ieri ma 1.418 anni fa.
Altra chiacchiera che va per la maggiore: la famiglia è allo sfascio. Crono, divoratore dei suoi stessi figli; Teseo, che causò la morte del padre e uccise il proprio figlio; Telemaco che parte alla ricerca del padre spesso e volentieri assente; Oreste, vendicatore del padre e assassino della madre; Medea, madre assassina; Edipo che uccide il padre e sposa la madre: solo qualche esempio di cronaca assai nera. Risalente agli antichi miti greci di venticinque secoli fa, anno più anno meno.
Insomma: non ha senso non vedere la realtà che ci scorre davanti agli occhi, ma non ha senso nemmeno rimpiangere deresponsabilmente un ipotetico passato migliore del presente: «Non dire: “Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?”, perché una domanda simile non è ispirata a saggezza» (Qo 7,10).
Ha senso assumersi i propri impegni come cittadini e credenti attivi, prendere posizione, appassionarsi, dare la vita. E chiedere aiuto al buon Dio! Parliamone, gente, parliamone pure...