A piedi nudi
Vi siete mai chiesti da cosa cavolo si riconosce un santo? «Dall’aureola dorata, spesso piatta o simile a un disco volante!». Esatto, ma non del tutto. Almeno nel senso che i santi di solito non se ne vanno in giro con quel “coso” piantato sulla testa. «Perché c’è il suo nome nel calendario». Sì, ma non ci sono mica tutti nei 365 giorni a disposizione. «Insomma, perché c’è scritto “santo” prima del loro nome!». Già, come se questo risultasse all’anagrafe. Tutte cose vere, applicabili senza particolari difficoltà anche a Francesco d’Assisi.
Eppure ci sono certi santi, e Francesco è tra questi, che si riconoscono in particolare dai… piedi! Si potrebbe misurare in chilometri il suo impegno per Dio e per i fratelli! E chissà quante storie avrebbero da raccontare i suoi piedi, se solo potessero parlare, oltre naturalmente a lamentarsi per la fatica, ma solo un po’ perché sempre piedi di santo sono. I piedi di Francesco potrebbero raccontarci delle sue mille difficoltà nel capire che direzione prendere nella vita: di quante volte sia tornato “sui suoi passi” e di come poi si sia lanciato “a gambe levate” nel progetto che il buon Dio gli proponeva.
Potrebbero raccontarci della polvere della piazza del Vescovado, scoperta quel mattino che, nudo di fronte a tutti, si tolse per sempre anche i comodi e caldi calzari; dei detriti pungenti delle rovine di S. Damiano, mentre ne restaurava la chiesetta; del freddo marmo del palazzo papale, quando chiese al Papa la benedizione per sé e i suoi compagni; e ancora delle corse spensierate per i campi fioriti, della sporcizia dei lebbrosari, dei morbidi tappeti nella tenda del sultano Melek-el-Kamel, di tutte le soglie di case e chiese attraversate. Potrebbero vantarsi di essere menzionati, unica parte del corpo umano assieme al cuore, nella Regola di vita che Francesco scriverà per sé e per i suoi amici (fa niente se è per dire che non bisogna usare calzature né andare a cavallo, se non per necessità almeno).
Potrebbero sussurraci del leggero fremito che li percorreva ogni volta che andava a trovare l’amica Chiara; o della grande stanchezza degli ultimi anni della sua vita, quando tutto sembrava andar storto, piedi trascinati in cerca di luce e conferme. Potrebbero rivelarci qualcosa delle rocce appuntite della Verna, di quella strana apparizione di un Crocifisso con sei ali, e di quelle misteriose ferite, ai piedi ma anche alle mani e al costato; ma di ciò Francesco ha taciuto, e anche i suoi piedi vorranno senz’altro adeguarsi alla consegna del silenzio. Era arrivato il momento agognato del riposo, il più atteso dai suoi e dai nostri piedi. Quando finalmente il Signore si inginocchierà di fronte a lui, gli prenderà dolcemente in mano i piedi, gli verserà sopra acqua tiepida, glieli laverà amorevolmente, li asciugherà con un caldo panno. E poi glieli bacerà.