In pace mi corico
Il sonno è una parte della nostra esistenza che spesso trascuriamo, ma di vitale importanza: ce ne accorgiamo quando sorgono dei problemi di insonnia o, al contrario, quando è talmente pesante che non ci svegliamo proprio. In fondo, l’emblema della nostra società contemporanea è quello della «città che non dorme mai», in cui il tempo del riposo è un «impiccio necessario» per «fare il pieno» e poi ripartire nella corsa. Prendendo le mosse da queste considerazioni, Pagazzi ci offre un saggio interessante che esplora i significati e l’importanza del sonno, a partire dalla Bibbia.
Fin dall’inizio della creazione, il riposo è presente nelle Scritture. È proprio nel giorno di sabato (in ebraico questo termine è legato all’idea di cessare, riposare) che Dio rifinisce il suo capolavoro, ingiungendo la norma del riposo per evitare l’erosione del sonno e della notte da parte dell’attivismo dell’uomo. Il sistema economico attuale pone l’umanità in un mercato che dura «continuamente, notte e giorno», ma questo non è pienamente umano; anzi, le stesse parole sono usate per definire lo stato dell’indemoniato geraseno, che non ha requie (cfr. Mc 5,5).Il sonno è luogo della rivelazione in molti personaggi, come Abramo, Giuseppe, Daniele, Giuseppe sposo di Maria e Pietro. In essi, l’abbandonarsi fiducioso diventa spazio di ispirazione e soluzione delle questioni quotidiane, attraverso l’intervento divino.
Lo stesso lasciarsi andare nel riposo, mollando la presa stretta sul reale, è ciò che ha consentito a inventori e scienziati di avere l’idea geniale. Per questo, in molte culture, il sogno ha avuto una parte importante nel sapere: «escludere i sogni dal sapere e dalla teoria circa il sapere significava amputare entrambi, parlando di un’umanità diversa da quella reale». Ma il punto più alto del libro si raggiunge nell’indagare il rapporto tra il sonno e la morte. Illuminante è l’evento della Pasqua che mostra come «non il sonno somiglia alla morte, ma la morte somiglia al sonno, perciò il sonno spiega definitivamente la morte e il suo senso». La risurrezione, che mostra il volto di Dio che non abbandona, è un risveglio che «fa sì che la morte non sia più un sonno senza fine, ma il passaggio a un giorno senza tramonto».