Folon e l’etica della poesia
I suoi paesaggi a metà strada tra sogno e realtà, come pure il suo personaggio con cappello e cappotto blu, sono conosciuti in tutto il mondo. Ma Jean-Michel Folon (1934 - 2005) è stato molto più di un apprezzato illustratore. L’artista belga, che si cimentò anche nella pittura e nella scultura, dedicò molte sue opere a temi come l’impegno civile, le ingiustizie e i soprusi. Un esempio per tutti, i 19 acquerelli realizzati nel 1988 che illustrano la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Proprio questa produzione è al centro della mostra «Folon. L’etica della poesia. Tra impegno civile, denuncia e speranza nell’uomo» nelle Salette della Torre Borgia dei Musei Vaticani fino al 27 agosto.
Curata da Stéphanie Angelroth, direttrice della Fondazione Folon, Micol Forti, curatrice della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, e Marilena Pasquali, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Folon, l’esposizione ripercorre tutta la carriera del maestro attraverso ottanta disegni e acquerelli, molti inediti, dalle opere giovanili di protesta ai grandi fogli degli anni Ottanta e Novanta, fino alle sculture enigmatiche degli anni Duemila. «La serie della Creazione - ha precisato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani - conferma Folon un artista dotato di una speciale sensibilità nei confronti del sacro e nel contempo di un sincero interesse per la rielaborazione di temi universali, ispirati alle Sacre Scritture, filtrato attraverso uno sguardo sempre intriso di poesia».