Un Natale da cantare
«I canti popolari sono parte integrante delle culture. Fin dai tempi più remoti, l’essere umano ha tramandato racconti e preghiere in forma cantata. E così avviene ancora oggi, soprattutto in alcune popolazioni native. Ma anche nelle società moderne ritroviamo questo fenomeno: pensate a quanti adolescenti sanno a memoria le canzoni dei loro cantanti preferiti, perché quelle parole unite alla musica suscitano in loro un misto di emozioni e di significati». Così papa Francesco sabato 16 dicembre agli artisti del concerto di Natale. «Il Natale - ha continuato il Pontefice - è la festa forse più ricca di canti popolari. In Italia ce n’è uno che tutti conoscono e che, nella sua semplicità, è un capolavoro di teologia e di armonia; ed è noto non solo in Italia ma in tutto il mondo: “Tu scendi dalle stelle”. Ci fa ricordare tanti canti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Non per niente l’ha composto Lui, che è stato il grande cantore del Natale».
«Anche voi, in un certo senso - ha aggiunto papa Bergoglio rivolgendosi agli artisti del concerto di Natale -, vi inserite in questa tradizione: prestate le vostre voci a celebri melodie natalizie; e ciascuno apporta la propria originalità, il proprio “timbro”. E questo è bello: c’è un messaggio antico e sempre nuovo, quello della Nascita di Gesù, il Salvatore, e ci sono voci diverse, di varie parti del mondo, che si mettono insieme per far risuonare questo messaggio. E lo fanno con stili diversi, a partire da culture e lingue diverse. Perché il Vangelo del Natale è unico ma non può essere cantato in modo uniforme. Invece la tendenza del modello tecnocratico è, al contrario, omologare, uniformare. Ma l’arte è una cosa diversa, e i canti di Natale vanno cantati con quell’arte che viene dal cuore. Sappiamo, purtroppo, che anche il Natale è vittima di questo modello commerciale e consumistico. Aiutateci a difenderlo da questo abuso. Che almeno i canti natalizi conservino questa poesia e questa spontaneità che dà loro tanta vita».
Foto: Leopoli, Ucraina, 5 dicembre. In vista del giorno dedicato a san Nicolò (6 dicembre), il coro dei bambini si esibisce durante l'accensione dell'albero di Natale di fronte al Teatro dell'opera e del balletto. Nonostante la guerra che da quasi due anni attraversa il Paese, le autorità cittadine e gli abitanti di Leopoli hanno mantenuto viva anche quest'anno la tradizione natalizia.