1 bambino su 5 vive in guerra
Il mondo è un posto sempre più pericoloso per i bambini, quasi 1 su 5 vive in zone di guerra. Lo rileva l’ultimo rapporto di Save the Children sui dati del 2023 e fa male pensare che i dati del 2024, visto l’aumento dei teatri di guerra, potrebbero ulteriormente peggiorare. Il rapporto infatti registra un trend in salita negli ultimi 30 anni di bambini che vivono in zone di guerra. Nel 2023 erano 473 milioni, il 19 % di tutti i bambini del mondo, a metà degli anni ’90 si stima che fossero il 9%.
Un triste primato, che fa il paio con un altro dato allarmante: Nel 2023 sono stati registrati oltre 31 mila casi documentati di gravi violazioni contro i bambini, il numero più alto da quando esistono le rilevazioni. In media ogni giorno si sono verificati 86 crimini contro i minori, di cui 31 riguardano uccisioni e mutilazioni. Segno evidente che il diritto alla protezione dei bambini nei conflitti è sempre più ignorato.
Il maggior numero di crimini, circa 1 su 4, è stato commesso nei Territori Palestinesi Occupati, con un incremento del 170% rispetto all’anno precedente. Seguono la Repubblica Democratica del Congo e la Somalia. Tuttavia il Paese in cui si registra il maggior incremento percentuale di casi è il Sudan, dove i crimini sono quintuplicati in un anno, da 317 a 1.759 casi. Tra i crimini commessi a livello mondiale, non solo uccisioni e mutilazioni, ma rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali, negazione dell’accesso umanitario.
La violenza ha anche un impatto economico esorbitante, il Rapporto calcola che, compresi i costi della prevenzione, del contenimento e della gestione delle conseguenze, si è ormai raggiunti i 19.100 miliardi di dollari. E questo mentre aumenta costantemente la spesa militare globale, che ha raggiunto nel 2023 i 2,4 miliardi di dollari.
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