Psicoterapia? A volte è meglio di no
Va tenuto presente che la terapia di coppia non è possibile nei casi di:
- disturbi psichiatrici gravi (soprattutto di tipo paranoide)
- violenze fisiche o sessuali
- dipendenza da sostanze
- non si è posta fine alla relazione extraconiugale.
Non è invece strettamente necessaria una psicoterapia di coppia, ma può essere sufficiente un buon accompagnamento spirituale o un percorso con altre coppie, nei casi in cui si affaccino nella storia della coppia delle prove oggettivamente faticose dovute a situazioni concrete ed esterne alla coppia:
- arrivo di un figlio disabile
- fallimento aziendale/ problemi economici
- malattia di un partner o di un figlio
- morte di un figlio
- morte di un genitore
- trasferimento in un luogo lontano dai propri riferimenti affettivi
- adozione di uno o più bambini
- affido di un bambino
- isolamento amicale/sociale
L’invio o meno della coppia in questo tipo di situazioni dipende da quanto intenso e prolungato sia lo stato di sofferenza nella coppia e come e quanto siano capaci di accedere a risorse interne alle loro persone e alla loro relazione, ivi comprese quelle riguardanti la sfera spirituale e di fede.
Ovviamente non può essere considerato un sintomo, ma è una dichiarazione di morte della relazione, l’intenzione, da parte di una delle due parti, di non fare più nulla a favore della coppia e l’aver irreversibilmente deciso per la separazione.
A volte questa dichiarazione è esplicitata, in altre invece è già stata presa a livello personale da uno dei due, ma non viene espressa perché ci sono dei fattori impedenti: paura di ritorsioni fisiche, fatica a sostenere la reazione dell’altro, paura per le ricadute della separazione sui figli, per la propria immagine sociale, oppure a causa delle difficoltà economiche conseguenti.
In questi casi è comunque bene inviare la coppia ad un professionista che li aiuti a svelare la scelta già compiuta ma non ancora dichiarata e, da questo dato di realtà, aiutarli a comprendere cosa è possibile e bene fare.