30 Settembre 2017

Libri di sangue

Saper leggere e scrivere, essere messi in grado di affinare la propria capacità critica, di ragionamento e di discernimento… questo e molto altro è necessario. Ma attenzione a non fare della cultura un idolo.
vignetta contro idolo news

©JeSuisL'Autre

Mi guardo attorno, nella mia stanza: sono assediato dai libri! Poco mi consola sapere che ormai mi procuro solo lo stretto necessario, e per tutto il resto faccio abbondante abuso di biblioteche e internet. A questo punto, entro nelle librerie solo per rendermi conto di quanti libri, persino ottimi, ormai non leggerò.

Me ne vergogno un po’, perché san Francesco non è stato tenero né coi libri né con ciò che con essi generalmente si fa. A un novizio che gliene chiedeva in permesso uno, e neanche uno qualsiasi ma ciò di cui aveva bisogno per gli studi teologici e le sue sante devozioni, il Poverello di Assisi si arzigogolò tutto in un ragionamento che lo fece immantinente desistere dalla richiesta. Perché se ne avesse avuto uno, poi si sarebbe sentito superiore a chi non ne aveva, che anche un’edizione tascabile può pur sempre fornire un piccolo piedistallo per il proprio orgoglio.

Qualche altro libro ebbe forse miglior sorte, se persino l’unico evangeliario della fraternità poté, senza tanti scrupoli liturgici, essere donato a una povera donna. Che, per quel che mi riguarda, può anche averlo usato per accendere il focolare, senza alcun rispetto per le miniature dorate.

Ciononostante non mi riesce di pensare che Francesco ce l’avesse coi libri o con la cultura. Ma piuttosto che chiedesse agli uni e all’altra molto di più, alzando il tiro.

Che non si riducessero a una forma di potere, tanto più oppressivo quanto frutto di un privilegio (economico, di status sociale). Che non risultassero l’unica variabile a definire la dignità di un uomo e di una donna. Che significava non pensare che l’unico «sapere» fosse quello che usciva dalle università o dalle biblioteche conventuali. Insomma, che uno non presumesse di sé, né si ritenesse solo per questo migliore degli altri, indispensabile se non addirittura loro salvatore, e solo perché ha avuto la grazia di studiare. Per non parlare della categoria di coloro che, di solito sbraitando, presumono di «possedere la verità», a tal punto da essere essi stessi «la verità». In nome della quale il resto può essere degradato a falsità, e gli altri bellamente insultati e offesi.

È la cultura che accarezza il potere o cavalca opportunisticamente il mal di pancia della gente, e si vende al primo talk-show. Che offende chi, invece, nel nome della stessa, finisce nelle prigioni del tiranno o deve chiudere il suo giornale.

Saper leggere e scrivere, essere messi in grado di affinare la propria capacità critica, di ragionamento e di discernimento, crescere, secondo le proprie attitudini e interessi, nelle conoscenze umane, scientifiche, tecnologiche, accedere ai mezzi di comunicazione, informarsi e informare; questo e molto altro è necessario. E perciò è un diritto indiscutibile che appartiene a ogni uomo e a ogni donna e di cui ogni comunità civile ha l’obbligo di farsi responsabilmente carico, affinché ognuno di noi, secondo quel progetto d’amore che Dio ha pensato per lui o per lei, possa realizzare compiutamente la propria umanità. Valorizzando anche quell’«altra» cultura, che non viene dai libri né dai banchi di scuola. Ma è quella dei contadini che leggono i ritmi della natura, degli anziani che di vita se ne intendono, o delle mani dell’artigiano che sanno ben più di qualsiasi manuale. È il sapere veicolato dalle narrazioni, dagli abbracci, dai proverbi condivisi attorno a un tavolo, oppure mentre si mette a letto il pupo.

Questa è la cultura che si fa servizio per gli altri, per la loro libertà e dignità. Quella per cui avrebbe tifato, e molto, san Francesco. Ma poco, invece, tanti nostri politicanti, anchorman, intellettuali, professionisti delle apparizioni tv e persino taluni uomini di Chiesa.

Data di aggiornamento: 30 Settembre 2017

2 comments

4 Ottobre 2017
sono contento e felice di essere il vostro abbonato ,aspetto di ricevere a casa l'orologio
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di giulio

10 Ottobre 2017
Condivido appieno e con molto piacere!
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di antonio

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