Gesù, così come aveva fatto al tempio, viene a espellere dalle nostre famiglie le logiche opportunistiche dei mercanti, affinché torniamo a prenderci cura del nostro «tempio» familiare, ed esso sia abitato solo dalle dinamiche dell’amore.
A dare retta al Vangelo, la risposta è una sola: in famiglia, coi figli e il coniuge, siamo chiamati a essere servi e pure inutili. Perché così ha fatto Gesù, lavandoci i piedi e morendo per noi.
Amare significa svuotare noi stessi da noi stessi. Farsi obbedienti al bene della relazione di coppia, non tener conto solo dei propri bisogni ma comprendere anche le fatiche e i limiti di chi ci sta accanto.
Che belle quelle famiglie che ti accolgono in case nelle quali non tutto è perfetto e in ordine, ma devi stare attento a dove poggi i piedi per non calpestare i giocattoli dei bambini. Ti fanno sentire che ciò che conta è l’incontro.
Non è per niente facile amare come ci ama Gesù. Soprattutto in famiglia, dove l’aspettativa di venire gratificati e ripagati dai nostri cari è altissima…