Accompagnare la mamma anziana nell’ultimo tratto della sua vita: un’esperienza difficile, come può essere vissuta in modo davvero umano? Una questione che interpella personalmente, ma anche a livello sociale e istituzionale: spesso la famiglia è lasciata sola, non adeguatamente informata delle possibilità e delle implicazioni delle scelte in un momento così delicato.
Ci vogliono padri e madri che sappiano restituire ai figli il gusto del buon litigio, capacità che preserva dalla violenza. Perché dietro a ogni uomo violento si cela sempre un bambino inibito nella sua necessaria formazione a gestire bene le relazioni.
Il cammino compiuto dai genitori che hanno perso un figlio è sempre un cammino sacro. Una via crucis dolorosa che però, a volte, può approdare a mete di senso che parevano impensabili.
Se fino a qualche decennio fa strumenti come box o girello venivano abitualmente utilizzati, oggi i nuovi genitori li rifiutano, rendendo così la crescita dei loro piccoli più libera, più ricca di opportunità e di scoperte.
Il prete milanese, teologo morale e bioeticista, esplora il terreno della libertà e dell’identità della persona, alla ricerca dei motivi che oggi portano a un sensibile calo della generazione di figli. L’indagine parte dalla situazione demografica italiana, analizzando il tema da un punto di vista psicologico, etico-filosofico e biblico, e rilevando alcune criticità odierne, soprattutto l’incapacità di scegliere per diventare soggetti autonomi e di impegnare la propria libertà con l’altro.