Le nostre radici sono fatte di strade: alcune sono celebri, altre ignote. Percorsi che portano lontano, come fossero esistiti prima dell’uomo, con la Terra stessa. Strade tracciate dalla natura, che l’umanità ha cominciato a percorre dalla notte dei tempi.
La straordinaria bellezza del Messico e l’incubo della violenza. I colori di uno straordinario paesaggio spesso si intrecciano con la piaga della corruzione e della criminalità. Viaggiare in questo Paese significa coglierne il positivo che l’ambiente offre, ma anche il silenzioso calvario di una quotidianità piagata da intrecci tra smerci di droga, armi ed esseri umani. Fausta Speranza ripercorre dimensioni umane e sociali, proponendo un viaggio da vertigine sulle «montagne russe» dei paradossi del Messico.
È in corso a Boston, organizzato dalla libreria I AM Books, il I° Festival della letteratura italoamericana. Non è che l’apice di una serie di iniziative che mira a far conoscere la letteratura italoamericana negli States.
Le cooperative del consorzio Sale della terra ad Avellino e Benevento danno lavoro a chi ha un passato doloroso alle spalle. Italiani e migranti assieme. Creano prodotti agricoli e artigianali ma soprattutto coesione sociale. E i piccoli centri risorgono.
«Accogliere» è un verbo e, prima ancora, un movimento che dovremmo reimparare. Non è un dovere, una buona azione che si fa perché è giusta o rispetto alla quale si trovano ragioni per non farla.
Immaginate una maestra dell’Ottocento, di buona famiglia, che d’improvviso abbraccia l’abito religioso e, dalla provincia di Milano, inizia un lungo viaggio che la porta a solcare ventotto volte l’oceano e a fondare ben sessantadue istituti in due continenti per dare conforto ai migranti. A un secolo dalla scomparsa di Francesca Cabrini, la storica e giornalista Lucetta Scaraffia ne ripercorre le coraggiose vicende terrene in un volume giunto nelle librerie con la prefazione di papa Francesco e la postfazione della regista Liliana Cavani.