Che cosa è l’odio? È «una forma di estrema arroganza, di eccezionale presunzione, che fa sì che noi, il nostro modo di pensare, il colore della nostra pelle, la nostra cultura, la nostra religione siano considerati il centro dell’universo, l’unica forma legittima di esistenza. Non accettiamo di esserne parte. Incoscienti e presuntuosi, pensiamo di essere il tutto». In sintesi «il rifiuto dell’altro da noi». In Odiare l’odio (Rizzoli) Walter Veltroni non si limita a descrivere quel che sembra spirito dominante del tempo.
Dodici blogger sparse in giro per il mondo che raccontano la vita da expat al femminile su un magazine digitale, una pagina Facebook e un profilo Instagram. È la formula di «Amiche di Fuso».
Oggi, si dice, è l’epoca della comunicazione: tutti comunichiamo di continuo anche, e forse soprattutto, attraverso i social network. Ma siamo proprio certi che ciò che facciamo sia davvero comunicare? O non si tratta, più semplicemente, di uno scambio di informazioni?
Cresce esponenzialmente il numero di persone che chiede l'intervento della chirurgia plastica per migliorare il proprio aspetto nei selfie. Medici e ricercatori si interrogano.
La vita politica e sociale è peggiorata perché mancano contatti veri con diversi veri, concreti. Manca l’esercizio della convivialità delle differenze, la capacità di sentire le idee dell’altro anche mie, perché nate dal dialogo.
Realtà e percezione sono entrate in conflitto. È un guaio, perché dalla rappresentazione personale e collettiva dipendono le nostre scelte e la qualità del vivere civile. L’intervento di Nando Pagnoncelli.