Il cimento dell’armonia e dell’invenzione di Antonio Vivaldi venne pubblicato proprio tre secoli fa, nel 1725.E i primi quattro concerti della raccolta sono le celeberrime Quattro Stagioni, capolavori che sanno davvero raccontare e descrivere, ci lasciano immaginare il canto degli uccelli in primavera, una tempesta d’estate o la pioggia dell’inverno.
Se il cinismo da sempre appartiene all’essere umano, oggi assistiamo a un suo preoccupante aumento, che spesso avvelena le dinamiche personali, individuali e sociali. Con un gravissimo danno per tutti.
Nel 2024 ricorrono i 100 anni della Rapsodia in blu di George Gershwin. Presentata il 12 febbraio 1924 all’Aeolian Hall di New York, fu definita dal «New York Times» un brano di «irresistibile vitalità». Gershwin la pensò come uno specchio della realtà newyorkese e la sua capacità di trasportare il jazz (con l’iconico assolo di clarinetto) all’interno della musica classica ne ha fatto un capolavoro. Tante le incisioni celebri: noi riascoltiamo quella del 2010 con la «strana coppia» Chailly-Bollani e l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, la più antica in Europa.
A cento anni esatti dalla morte, riscopriamo la grandezza di Giacomo Puccini, il compositore lirico più eseguito al mondo. E tra i più amati, nonostante a lungo sia stato – ingiustamente – snobbato da una certa critica musicale.
«Freude, schöner Götterfunken». Nell’Ode di Schiller alla «Gioia, bella scintilla divina», Ludwig Van Beethoven leggeva l’aspirazione alla libertà e a un mondo in cui «Alle Menschen werden Brüder», tutti gli uomini diventano fratelli. Scelse proprio quei versi per suggellare gloriosamente la sua Nona Sinfonia che ha compiuto 200 anni il mese scorso (venne eseguita a Vienna il 7 maggio 1824).
Oggi comunichiamo tantissimo, ma in realtà parliamo sempre meno. E questo sta mettendo a serio repentaglio l’antica arte del conversare. Perché la conversazione è fisicità, corporeità. È vita.