A due anni dalla tempesta che ha spazzato via 14 milioni di alberi in Veneto, Friuli e Trentino, la tragedia di Vaia è prima di tutto quella del rapporto dell’uomo con il paesaggio che lo accoglie e che lui stesso ha contribuito a modellare.
A venticinque anni dalla scomparsa dello scrittore, politico e ambientalista, la sua lettera a san Cristoforo rappresenta una luminosa riflessione sul dilemma ecologico che oggi particolarmente ci angoscia.
Il primo, ma anche l’ultimo respiro. Quello dei bambini nati morti che un’antica tradizione voleva venissero portati dinanzi all’altare della Madonna, nella chiesa di Casez, in Trentino, per essere battezzati.
Quarant’anni fa, da giovane prete giunto nell’assolata Calabria dalle verdi vallate trentine, coperte di mele, mi misi subito all’opera, seguito affettuosamente dalla mia comunità stimmatina, povera ma bella e vera.
Con il Film «Sharp Families. Tagliati per gli affari» e il libro «Sul filo dell’emigrazione», Patrick Grassi ha portato alla ribalta una storia di successo nata tra gli emigrati italiani nella capitale britannica.