La struggente lettera di una mamma di un giovane frate ci fa scoprire nell’imminenza della «Giornata per la vita» alcuni verbi dell’amore: accogliere, generare, condividere, accompagnare, pregare, rispettare…
Quarant’anni fa, da giovane prete giunto nell’assolata Calabria dalle verdi vallate trentine, coperte di mele, mi misi subito all’opera, seguito affettuosamente dalla mia comunità stimmatina, povera ma bella e vera.
Anche Antonio, come accade prima o poi nella vita a ciascuno di noi, ha dovuto cogliere il proprio «attimo fuggente» e buttarsi, accogliendo la chiamata di Dio e l'invito dell'adulto che aveva a fianco.
Gli appuntamenti decisivi della vita ci aspettano nei luoghi del nostro vivere ordinario, e quindi anche nel nostro lavoro quotidiano. Qui possiamo incontrare Dio e dialogare con l'infinito.
Nome non accessorio dell’amore è la fedeltà, spinta vitale per interpretare al meglio il proprio stare al mondo, con fiducia e creatività, vincendo il tempo, i limiti e le fragilità. A colloquio con don Armando Matteo e Mariolina Ceriotti Migliarese.