«Antonius», l’emozione di un percorso
Dal 16 settembre, nel chiostro del Generale, è disponibile per i visitatori della Basilica del Santo un nuovo percorso multimediale incentrato sulla vita di sant’Antonio, dal significativo nome di Antonius. Il rifacimento della precedente «Mostra sulla vita di sant’Antonio», opera del compianto fra Claudio Mattuzzi, si è reso necessario per motivi tecnici dopo quarant’anni di onoratissimo servizio. Dal 1976 la vecchia Mostra è stata, infatti, una delle iniziative più significative di accoglienza dei pellegrini e turisti offerte dalla Basilica. Da quell’anno oltre 3 milioni di pellegrini l’hanno visitata con grande partecipazione e soddisfazione, avvicinandosi così alla vita e alle opere del Santo con maggiore consapevolezza. La sopravvenuta obsolescenza dell’allestimento e delle ingegnose tecnologie all’epoca utilizzate, e le problematiche legate alla sicurezza dell’impianto hanno obbligato a ripensare e a dare nuova vita a quest’opera di comunicazione pastorale, facendone anche un coinvolgente e strutturale strumento di promozione dei tesori d’arte sacra presenti nel plesso antoniano.La nuova proposta – realizzata dal «Messaggero di sant’Antonio» con il supporto di Mediacor di Torino e Permasteelisa di Vittorio Veneto (TV), il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e il sostegno di The Anthonian Association of the friends of St. Anthony (USA), Borden Family (USA), Saint Anthony of Padua Mission Aid (Canada) – si snoda in un percorso complessivo di 25 minuti, durante i quali i pellegrini possono incontrare sant’Antonio, conoscere le opere ancora oggi portate avanti nel suo nome, e rafforzare il legame con il Santo e i suoi frati. Ma che cosa vede il pellegrino che si addentra nel nuovo percorso concepito come un viaggio iniziatico spirituale molto coinvolgente? All’entrata, nella nuova sala di accoglienza, lo attende una gigantografia con l’antica immagine di sant’Antonio appena restaurata. Sempre in accoglienza, trova il saluto del rettore della Basilica, del provinciale dei frati oltre a un cammeo alla memoria di padre Mattuzzi (che rimanda anche alla vecchia mostra).
Dall’accoglienza il pellegrino arriva quindi nella prima sala, dove viene «abbracciato» dalla voce di Antonio che lo guiderà lungo tutto il percorso, facendosi compagno di viaggio. L’idea originale della mostra, infatti, è che la voce del Santo introduca e accompagni il racconto della sua stessa biografia, coordinando anche l’appassionata testimonianza dei più importanti protagonisti del suo tempo, che raccontano i passaggi nodali della sua esistenza. I loro interventi, affidati ad attori professionisti in costume d’epoca, immergono il visitatore nelle avventurose vicissitudini del Santo che ha speso la sua vita per il Vangelo e per i poveri, richiamando suggestive e coinvolgenti immagini di contesto storico e geografico. Grande attenzione e cura è stata data alla qualità dei suoni e delle musiche, affinché la fonosfera immersiva (cioè l’insieme dei suoni in cui ci si trova immersi) avvolga il visitatore in questa attraversata. Il pellegrino si trova impegnato in un cammino emozionale che lo conduce a vivere una vera e propria esperienza interiore, facendogli al contempo conoscere la figura di Antonio, amico vecchio e sempre nuovo, capace di parlare ancora all’uomo di oggi, incuriosendolo con la sua biografia e la sua testimonianza rese in forma dialogica.
Due sono gli elementi essenziali di questo percorso attraverso la vita di frate Antonio: la forza della narrazione, volta, come abbiamo visto, a permettere al pellegrino di fare un’esperienza personale del Santo, e la potenza delle immagini offerte, che hanno l’obiettivo di coinvolgerlo e quasi «avvolgerlo» nel racconto.
Sulle pareti sagomate della prima sala, in un contesto di proiezioni di elementi naturali, pare che quasi si materializzino quei personaggi significativi della vita del Santo, di cui si diceva poc’anzi. L’obiettivo di queste figure è di far conoscere in modo più approfondito le caratteristiche della personalità di Antonio, inquieto uomo di Vangelo e di radicalità nelle scelte di vita. Ecco allora «comparire» la madre che, pur spiazzata nelle sue attese, intuisce nel giovane figlio qualcosa di grande per cui vale la pena lasciarlo andare libero; il priore del monastero agostiniano nel quale l’allora monaco Fernando (il futuro frate Antonio) trascorse i primi anni di vita consacrata, e che fu testimone delle inquietudini religiose ed esistenziali del giovane; frate Marcello, che lo accolse a Messina, dopo la devastante tempesta che colpì la sua nave al rientro dal Marocco; frate Graziano, il suo primo superiore francescano, che lo volle nell’eremo di Montepaolo e poi lo scoprì come grande predicatore; lo stesso san Francesco, che lo incaricò di formare i frati alla teologia; infine, frate Luca Belludi, che ne custodì la memoria, sopravvivendogli per oltre cinquant’anni, e testimoniò la nascita della Basilica.
Il coinvolgimento emotivo del pellegrino continua anche nello spazio di passaggio tra la prima sala e la successiva. Esso offre, infatti, un simbolico e suggestivo guado attraverso le acque della vita, grazie ai sensori di un pavimento interattivo. Il guado conduce i visitatori dalla vita di Antonio all’azione dei frati che oggi prolungano idealmente il suo ministero, i suoi «miracoli» di evangelizzazione e carità nel contesto contemporaneo. Infatti, in questa seconda sala, in un ambiente tecnologicamente immersivo di grande effetto, nel susseguirsi di ambienti naturali, architettonici e scultorei, il pellegrino ha la possibilità di incontrare le esperienze dei frati che testimoniano ciò che viene fatto oggi sulle orme di Antonio negli ambiti della cultura, della comunicazione, dell’evangelizzazione, della formazione, della predicazione e della riconciliazione in Basilica, della carità. Grande energia è stata investita nel ripensare come presentare la figura di sant’Antonio oggi, in modo da farne percepire non solo l’attualità, ma anche la concreta presenza amica. Per questo, al termine delle testimonianze, il pellegrino si trova immerso in un bagno di folla virtuale: sono le immagini della processione che ogni anno, il 13 giugno, si svolge a Padova in onore del Santo. Il percorso si conclude, quindi, offrendo ai pellegrini la possibilità di stabilire un contatto con i frati, per restare collegati con la Basilica e le sue opere.
L’impiego delle più avanzate tecnologie multimediali presenta degli indubbi vantaggi, come la flessibilità nel proporre nuovi contenuti continuamente aggiornabili per offrire ulteriori future occasioni di informazione e di coinvolgimento religioso e culturale (basti pensare, per esempio, all’immenso patrimonio artistico del complesso antoniano). L’uso dei social media moltiplicherà poi l’effetto della promozione di queste iniziative.Grande attenzione nell’ideazione del percorso multimediale è stata data anche all’accessibilità per i disabili: è stata studiata la fruizione degli spazi, che sono privi di barriere architettoniche; sono stati scelti device che consentano la lettura dei tasti per i non vedenti (per questi ultimi è stata anche predisposta una traccia audio multilingue apposita, fruibile in cuffia, che narra il percorso e pure una descrizione in braille di alcune opere artistiche proiettate in video); è stato installato, per i portatori di apparecchi acustici, un meccanismo capace di evitare interferenze; i tablet sono stati ancorati alle mensole con cavi estensibili, in modo da poterne favorire l’utilizzo anche da parte di chi si trova su una sedia a rotelle, e, infine, è stato predisposto uno spazio selfie dedicato a chi non può deambulare (più basso rispetto agli abituali standard).
Un grazie particolare vogliamo dirlo a tutti i devoti che, in vari modi, hanno voluto contribuire alla realizzazione di quest’opera, e a tutte le istituzioni che hanno creduto nel progetto, finanziandolo in modo convinto e significativo.