Bari è Oriente
Via Vittorio Emanuele è uno dei confini dei vicoli di Bari Vecchia. Il 23 febbraio, in questo immenso spazio lineare che conduce al mare, papa Francesco celebra la Messa durante il grande incontro dei vescovi del Mediterraneo. Non è la prima volta che Francesco viene a Bari. E certamente sa che questa città, per il mondo ortodosso, è Bargrad. Che il suo patrono è San Nicola, il santo dei santi dell’ortodossia cristiana. Che Nicola è stato capace anche di ispirare la figura di Santa Klaus, Babbo Natale. Che le reliquie del santo, trafugate, nel 1087, da sessantadue marinai baresi, dalla città turca di Myra, sono nella splendida basilica bianca che sfiora le onde dell’Adriatico.
Bari è una terra di contatto fra Occidente e Oriente. Qui i due mondi si fondono, ritrovano la loro intesa. Qui, nella stessa basilica, affidata ai frati domenicani, cattolici e ortodossi convivono in un universo sacro. Venite al giovedì e alla domenica: una folla di donne (e uomini) dalla Georgia, dalla Russia, dalla Romania, dall’Ucraina si ritrova nella Cappella Orientale della cripta della grande chiesa.
È un popolo femminile di badanti in preghiera. Gli uomini sono manovali, carpentieri, operai. Fanno il segno della croce con gesti larghi e teatrali, si genuflettono con fede, accendono candele benedette, chiedono grazie, intonano canti e litanie che arrivano da terre lontane, eppure vicinissime: la ritualità ortodossa è come l’onda di un oceano, la fede passa attraverso il corpo, le ossa, la commozione.
San Nicola, nella cripta della sua basilica, li osserva tenendo ben stretto in mano il suo bastone e fa un cenno di complicità a una delle prime rappresentazioni iconografiche di Maria. È la Madonna Odigitria, è «colei che conduce»: Maria e Nicola si fanno compagnia nel sotterraneo della chiesa. Anche lei, anche Maria, viene, secondo la tradizione, da Oriente. Si racconta che arrivò da Costantinopoli, tre secoli prima di Nicola. E che, ancora una volta, i baresi pretesero che un’immagine così sacra, così orientale, un’immagine sfuggita alla minaccia di una sua distruzione, interrompesse il suo viaggio e rimanesse di fronte al mare per proteggere la loro città. Questo è il sacro che unisce le terre del Mediterraneo. Francesco, dall’altare alzato in corso Vittorio Emanuele, sta guardando questo mare assieme a Maria e Nicola, patroni di un luogo di confine e di unità.