
Caravaggio, musica e danza
Appuntamento da non perdere con un originale connubio tra arte e teatro. È quello proposto dal balletto dal titolo Caravaggio, che l’acclamato coreografo Mauro Bigonzetti porta sulle scene dal 9 all’11 maggio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, come evento speciale nell’ambito dell’87° edizione dell’omonimo Festival toscano, e dal 15 al 21 maggio al TAM Teatro Arcimboldi di Milano.
Al centro dello spettacolo la complessa figura di Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi (1571-1610), di cui l’opera indaga, con il linguaggio delle arti sceniche, le tensioni pittoriche e la sofferta parabola umana, i suoi travagli interiori, le sue contraddizioni, le sue inquietudini sublimate nell’arte.
Protagonista dell’opera è Roberto Bolle, étoile della Scala di Milano, e ambasciatore della cultura italiana nel mondo, che si esibisce con alcuni tra i migliori danzatori solisti di fama internazionale, accompagnati da un corpo di ballo di 30 giovani ballerini, creato per questo evento prodotto dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Artedanzasrl, con il supporto del Ministero della Cultura e il contributo di Intesa Sanpaolo.
Il Caravaggio di Bigonzetti vide la luce nel 2008, diretto da Vladimir Malakhov per lo Staatsballett Berlin, la più grande compagnia di balletto della Germania. Viene ora proposto per la prima volta in Italia. L’opera è basata su musiche del compositore e direttore d’orchestra Bruno Moretti, con una nuova orchestrazione sinfonica di brani di Claudio Monteverdi tratti dall’Orfeo, dal Combattimento di Tancredi e Clorinda, dall’Incoronazione di Poppea e dal Settimo libro dei madrigali.
Le luci dell’allestimento sono di Carlo Cerri, e fanno dialogare i ballerini con una scenografia essenziale e con una drammaturgia articolata in assolo, duetti, terzetti e quartetti, inframmezzati da scene corali che raccontano anche i dissidi psicologici dell’artista lombardo.
Il movimento dei corpi dei ballerini dà fisionomia e spessore ai tormenti di Caravaggio, ma anche alle pulsioni e all’estro creativo di un uomo che ha cambiato per sempre l’uso della luce nella storia della pittura.