11 Agosto 2016

E se dico «Santa Chiara»?

Data la vocazione cristiana, c'è un modo, una strada tutta francescana per realizzarla? Proviamo a rispondere insieme, a beneficio di chiunque si riconosca “cercatore di Dio”.
Santa Chiara d'Assisi

ArchivioMsa

Quando penso a Francesco e Chiara, mi viene sempre da pormi questa domanda: data la vocazione cristiana, c'è un modo, una strada tutta francescana per realizzarla? Da cosa si distingue la vocazione francescana da tutte le altre? Che proposte originali fa rispetto, che so?, alla vita religiosa gesuitica o benedettina? La risposta non è scontata.

Avviene come in quel gioco da bambini: se io dico “neve”, tu subito ribatti “inverno”, se invece dico “estate”, tu non ci pensi neanche un attimo: “vacanze”. Possiamo provarci con i santi: san Giovanni Bosco? Educazione dei giovani. San Camillo de Lellis? Cura dei malati. Santa Teresina? Contemplazione.E se dico “san Francesco”?

               La Forma di vita dell'Ordine delle sorelle povere, istituita dal beato Francesco, è questa: osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità (RsC I,1-2: FF 2750).

Il Vangelo è la vocazione di Francesco e Chiara! A coloro che andavano da loro a chiedere di vivere la loro stessa vita, e quale essa fosse, Francesco e Chiara non avevano molto da dire, non sapevano dare consigli o indicare percorsi spirituali particolari o particolarmente alternativi. Sapevano proporre solo una cosa: fratello, sorella, se vuoi fare come noi, prendi il vangelo e vivilo!

Il Vangelo non è per Francesco e Chiara un bel libro di meditazioni spirituali, non è un libro per alimentare le nostre preghiere, non è un manuale delle giovani marmotte per sopravvivere in questo mondo perverso, un galateo ad uso e consumo della nostra perfezione, ma una “relazione vitale”, una “vita”. E questa vita ha un nome e un volto preciso: quello di Gesù Cristo! Il Vangelo è una persona, che ha qualcosa da dirci, e soprattutto da farci vivere: vieni dietro a me! Metti i piedi dove li ho messi io!

Forse ci stiamo rendendo conto che c'è qualcosa che non funziona nel nostro discorso: volevamo trovare in cosa la vocazione francescana si specifichi e si distingua rispetto alla vocazione cristiana in genere, ma... non stiamo trovando niente. Ogni volta torniamo al Vangelo e a Cristo. Allora, Francesco e Chiara hanno scoperto l'acqua calda?!

           Diceva frate Stefano che il beato Francesco non voleva avere familiarità con nessuna donna e non permetteva che le donne usassero con lui modi familiari; solo alla beata Chiara sembrava portare affetto. E tuttavia quando parlava con lei o si parlava di lei, non la chiamava con il suo nome, ma la chiamava “cristiana” (Frate Stefano: FF 2682).

Chiara non è niente di più, per Francesco, che “cristiana”. Forse ci siamo. Che differenza c'è tra vocazione cristiana e vocazione francescana? Nessuna. La vocazione francescana in niente si distingue dalla vocazione cristiana. Francesco e Chiara non desiderano essere nient'altro che buoni cristiani: per questo propongono ai frati, alle suore, a tutti, la strada del cristiano. Cioè di colui che prende sul serio il Vangelo e lo applica alla propria vita. La loro novità non è stata tanto nell'aver scoperto qualcosa di particolare, ma nell'aver creduto sul serio che il Vangelo potesse essere vissuto: credere sul serio che con radicalità si può vivere da cristiani, nella quotidianità, lì dove si è, per quello che si è, senza bisogno di “altro” in più. Non solo essere di Cristo, ma “divenire Cristo”: non è forse l'eterna nostalgia che si agita nel cuore di ogni cristiano e lo rende perennemente inquieto? Sì, e lo diciamo sospirando come si fa davanti a qualcosa che, essendo troppo bella per essere vera, non è vera; ma una volta almeno, nell'evento di Francesco e Chiara, abbiamo potuto sapere che il tempo di Gesù non è un passato irraggiungibile o una semplice risonanza di paradiso perduto, ma promessa sempre offerta ai cercatori di Dio. E se lo è stato una volta, cosa impedisce che lo possa essere ancora, e magari proprio per me?!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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