Ethel e Ernest. Una storia vera
Di questi tempi, costretti spesso e controvoglia a starcene chiusi in casa, abbiamo riscoperto il nostro «ambiente vitale», le quattro mura domestiche. E, forse, anche la voglia di storie belle, straordinarie perché normali. Di leggerne, ma molto più di poterne vivere. In questa graphic novel, o molto più semplicemente fumetto, se ne illustra e racconta una, vera, come dice il sottotitolo.
La storia di una casa, dove Ethel, ex cameriera poi impiegata, e Ernest, lattaio, trascorreranno i quarantuno anni del loro matrimonio. Una casa che cambierà col cambiare del mondo – dal 1930 al 1971! –, dove i due sposi berranno molto tè, discuteranno di politica, ascolteranno i programmi alla radio con le notizie di ciò che stava combinando un certo Hitler, vedranno cadere le bombe su Londra e il loro giardino diventare un rifugio, godranno di una specchiera chissà come recuperata, cresceranno un figlio, che è poi colui che racconta e disegna magnificamente questa storia (autore di bestseller, e nel libro lo vediamo pure muovere i suoi primi passi da artista, non del tutto convincendo i suoi allibiti genitori per via dei capelli lunghi).
Ma è anche e soprattutto la storia di un amore, anzi, è il tributo a una coppia ordinaria con una relazione straordinaria: felice non perché senza problemi o momenti di crisi, forte perché i due semplicemente si vogliono davvero bene, bello nella diversità dei due caratteri (popolare lui, un po’ più borghese lei), persino divertente. Sì, esiste questo amore che «tiene» nel tempo, e spiando in questa casa (i riquadri stessi del fumetto ci invitano a farlo) ce ne convinciamo di più. Dal libro è stato tratto, con lo stesso titolo, anche un bel film d’animazione, dolce e delicato pure nel tratto, lontano dai manga giapponesi e al contempo dalla tridimensionalità che va così tanto di moda.