Hamas e Israele accusati di crimini di guerra
Oggi si riscrive un pezzo di storia del diritto penale internazionale: alla barra degli imputati tutti gli attori principali della guerra tra Israele e Hamas, entrambi accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha richiesto il mandato di arresto per i tre maggiori leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, e per i vertici di Israele, il Primo ministro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, il ministro della difesa.
Lo ha fatto dopo aver recepito le conclusioni di un gruppo di esperti di diritto internazionale, di diritti umani e di crimini di guerra, interpellati proprio per entrare nel merito delle accuse e avere un parere il più possibile autorevole e indipendente. Sono gli stessi membri di questo gruppo a spiegare che cosa ha guidato le loro decisioni sul sito del Financial Times: «Per mesi abbiamo esaminato attentamente non solo ogni richiesta ma anche ogni prova: dichiarazioni dei testimoni, prove degli esperti, comunicazioni ufficiali, video e fotografie. Nel nostro report legale di oggi concordiamo all’unanimità che il lavoro del Procuratore è stato rigoroso, giusto e basato sulla legge e sui fatti…». Le accuse – assicurano – non hanno niente a che fare con le ragioni del conflitto, ma con il modo con cui la guerra viene portata avanti, «che sta violando le leggi da tempo stabilite dal diritto internazionale e che si applicano ai gruppi armati in ogni Stato del mondo».
Gravissime le incriminazioni: i leader di Hamas hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità uccidendo centinaia di civili israeliani, rapendo almeno 245 ostaggi, e commettendo violenza sessuale contro gli ostaggi; i leader di Israele hanno commesso crimini di guerra usando in maniera intenzionale l’ “affamamento” dei civili come metodo di guerra e hanno commesso crimini contro l’umanità uccidendo e perseguitando i civili palestinesi.
Ma ciò che è più interessante sono le motivazioni che hanno spinto questi esperti ad aderire alla richiesta del Procuratore e a redigere un report pubblico: «Non è la prima volta che un procuratore internazionale forma un gruppo di esperti per indagare sulle accuse potenziali relative a un conflitto. Ma questo conflitto è forse senza precedenti, perché ha sollevato malintesi rispetto al ruolo e alla giurisdizione della Corte Penale internazionale». Giusto qualche giorno fa, il Premier israeliano Netanyahu sollevava dubbi sulla giurisdizione della Corte rispetto a Israele e considerava la sua possibile condanna un attacco di stampo antisemita alla sicurezza del suo Paese. Al contrario gli esperti dichiarano che l’operato della Corte non solo è legittimo ma è un deterrente in un contesto in cui stanno montando sia l’antisemitismo che l’islamofobia.
«Abbiamo sentito – continuano i giuristi – che fosse nostro dovere accettare l’invito a fornire un’opinione legale, imparziale e indipendente, fondata sulle evidenze… e crediamo che sia importante pubblicare le nostre conclusioni, dal momento che la questione è stata politicizzata, la disinformazione è stata diffusa e ai media internazionali sono state negate le prime linee». E concludono: «Non c’è dubbio che la decisione del Procuratore segna una pietra miliare nella storia del diritto penale internazionale. Nessun conflitto dovrebbe essere escluso dalla legge internazionale… La legge che noi applichiamo è una legge per l’umanità, non è di parte. Essa deve proteggere tutte le vittime di ogni conflitto; e tutti i civili delle guerre che verranno».
Ora la parola passa ai giudici, mentre le inchieste continueranno. Questa volta i tanti appelli di papa Francesco a un maggior attivismo della comunità internazionale sembrano trovare una risposta. «In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, – aveva detto il Pontefice lo scorso 8 gennaio durante l’udienza al Corpo diplomatico – non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione …. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra… . Occorre dunque un maggiore impegno della Comunità internazionale per la salvaguardia e l’implementazione del diritto umanitario». Finalmente un gol nella rete della pace.
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