Là, dove comincia l’Europa
Sul marciapiede di rua San Pedro, a Santiago, città sacra della Galizia spagnola, vi è una scritta scolpita con lettere di bronzo: «L’Europa è nata in pellegrinaggio a Compostela». Credo che sia vero. I pellegrini, i caminantes, sono (e sono stati) un’immensa marea di uomini e donne. Vogliono raggiungere la cattedrale di Santiago e, molti, vogliono arrivare fino agli scogli di Finisterre, «là dove la terra finisce». Fisterra, come dicono i galiziani.
Sono arrivato di fronte all’oceano in una magnifica giornata di sole, un dono sperato, ma inatteso, una sorpresa preziosa in queste terre. L’Atlantico era senza una sola onda, una distesa di acque placide. Eppure questa è la Costa da Morte, mare pericoloso per le sue tempeste e per le basse scogliere sottomarine. Il faro di Fisterra, ricostruito nel 1868, ha sempre cercato di guidare i navigli che volevano doppiare questo promontorio di rocce. Mi sono seduto su una roccia, ho guardato i caminantes: avevano occhi lucidi, sorrisi appagati, una felicità saltellante e la malinconia ricacciata nel petto. Il loro viaggio era finito. «Non c’è più terra da pestare», mi ha detto un ragazzo italiano. C’erano i musicisti di strada con le loro chitarre stonate, i giocolieri improvvisati con le clave volanti e un caffè con terrazza spettacolare sull’oceano. C’erano i turisti e i venditori di chincaglierie. La normalità, insomma. Ho girato le spalle al sole, non ho aspettato il tramonto (mi sono perso qualcosa di meraviglioso, ma non volevo vederlo svanire) e ho cominciato il mio cammino. Verso l’Europa.
A Cabo Fisterra non finisce la terra (come il mondo non finisce a Ushuaia), ma comincia. Qui comincia l’Europa. Sì, andiamo fino a Muxia, a Nord di Fisterra, fino alla Virxe da Barca, la Vergine della Barca che volle incoraggiare a San Giacomo; scendiamo a Pradón, in fondo al fiume Ulla, e inginocchiamoci di fronte all’ormeggio di pietra dove attraccò la nave che aveva ricondotto il corpo dell’apostolo in Galizia: si trova alle spalle dell’altare della chiesa di Santiago; abbracciamo il santo nella sua cattedrale di Compostela. Onoriamo la geografia del confine fra terra e mare, compiamo i gesti della fede, raccogliamo (in realtà: compriamo) la conchiglia, la cappasanta dalle ondulature affilate. Ma poi cominciamo davvero a camminare verso Oriente, l’Europa si costruisce anche camminando. Passo dopo passo. Questa non è finis terrae, ma hic incipit terra. Qui, a Santiago, comincia…